“Prendo in considerazione i fatti. Ho svolto due mandati di tre anni e i fatti spiegano come ho lavorato. Si scrivono tante cose sui giornali, ma sinceramente io mi sono sempre astenuto da considerazioni e quant’altro”.
Cavalli non si rifiuta di parlare della questione, ma allo stesso tempo resta fermo nella sua volontà di non commentare o esprimere giudizi.
“Io mi rimetto ai soci e giustamente a quello che è il loro giudizio su ciò che ho fatto. Ho già un programma ben preciso che ho sottoposto al socio di maggioranza e che sottoporrò a tutti i soci in occasione dell’assemblea per l’approvazione del Bilancio 2022. Starà a loro darmi fiducia per un eventuale terzo mandato”.
In caso si decidesse per l’introduzione di un cda lei resterebbe?
“Per il momento no, perché coerentemente con quello che ho accettato 6 anni fa e dopo un cammino solitario in questi anni, o mi dicono che ho lavorato male e me ne vado (ma i fatti dimostrano il contrario) oppure vado avanti da solo come ho sempre fatto perché il mio cda sono i miei collaboratori che ho coinvolto e valorizzato al massimo, cosa che prima non era così…“.
Giuseppe Cavalli, amministratore unico di Piacenza Expo, non si sbottona in merito all’ipotesi di un cda a sostituire la figura dell’amministratore unico, e quindi a prendere di fatto il suo posto. Idea sorta in seno alla maggioranza in consiglio comunale, più nello specifico in seno al Partito Democratico. Un’idea nata in questo momento perché il secondo mandato di Giuseppe Cavalli si avvia alla scadenza. In realtà Katia Tarasconi sarebbe intenzionata a riconfermare Cavalli alla guida dell’ente, solo che adesso deve tenere in considerazione le opinioni differenti di alcuni esponenti del suo partito. A sintetizzare la proposta era stato il capogruppo Pd, Andrea Fossati, il quale appunto aveva aperto alla soluzione di un cda a tre componenti.
Contrario il centrodestra
Contraria alla proposta del cda a tre membri il centrodestra. Sara Soresi, di Fratelli d’Italia, paventa il rischio che si venga a creare “una sorta di triumvirato, con conseguente appesantimento sui modi e sui tempi organizzativi e decisionali dell’Ente”. Secondo Soresi la proposta del Pd altro non è che “un tentativo di colonizzazione da parte della sinistra, quasi la nomina di badanti all’attuale Amministratore Unico Giuseppe Cavalli per imporre la linea dell’attuale maggioranza”.
Critica anche Forza Italia secondo la quale squadra che vince non si cambia: “La costituzione di un cda oggi sarebbe deleteria perché le decisioni e le attuazioni dei programmi devono correre veloci e non lasciano tempo a riunioni e compromessi. Si dovrebbero consolidare invece le strategie impostate dall’amministratore unico Giuseppe Cavalli, supportate e portate avanti anche dal lavoro ineccepibile e costante da parte della direzione, del reparto commerciale e da quello amministrativo di Piacenza Expo”.
I numeri (positivi) della gestione Cavalli
In effetti va detto che la gestione Cavalli, in questi anni, ha segnato numeri oggettivamente positivi.
Per il 2021 il valore complessivo della produzione si è attestato a € 3.661.531, con un progresso di oltre tre milioni rispetto al 2020 (€ 564.202). Il costo della produzione è stato di € 2.455.261 e, grazie anche ai ristori e ai contributi ministeriali legati all’emergenza sanitaria, l’utile netto è stato di € 1.112.916, il più alto mai registrato da Piacenza Expo. L’aumento di capitale approvato nel 2021 è stato, complessivamente, di € 1.896.119 e ha determinato una crescita del capitale sociale da € 10.716.332 a € 12.612.451.
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