Emergenza caldo e lavoro: le misure allo studio per affrontare le prossime ondate di calore. I Sindacati, dopo le temperature elevate della scorsa settimana, propongono la sospensione di alcune attività lavorative con 33 gradi, ma la cassa integrazione non deve essere l’unica strada percorribile. Lo ha detto a Radio Sound il Segretario Uil Piacenza Francesco Bighi
I lavori che vengono svolti ovviamente all’aperto presentano un problema che abbiamo già sollevato da tempo. Siamo sempre in emergenza! Mi rendo conto che da Confindustria viene trovata la soluzione della Cassa Integrazione, ma questo significa che i lavoratori percepiscono un terzo dello stipendio stando a casa. Purtroppo nel settore industriale molte aziende non sono attrezzate. Abbiamo avuto polemiche sugli ambienti di lavoro con problematiche d’inverno sugli impianti di riscaldamento e in estate con impianti di raffreddamento non attivati.
Ci sono solo soluzioni tampone?
In modo particolare per l’edilizia e agricoltura si può cominciare a cambiare l’orario di lavoro e andrebbero istituite delle zone d’ombra in modo che chi lavora possa rinfrescarsi. Purtroppo tutte le volte arriva di colpo l’emergenza perché non ci si è attrezzati prima. Lo so non è semplice però abbiamo avanzato tante proposte per contrastare la situazione.
Anche legate ai fondi Pnrr?
Si, purtroppo nelle ultime settimane a causa del caldo sono aumentati gli incidenti sul lavoro. Andrebbero usate parti di queste risorse per permettere alle aziende di creare degli ambienti di lavoro che possano affrontare l’emergenza. L’unico modo non deve essere stare a casa con la cassa integrazione, come avvenne durante il Covid.
Caldo e lavoro, Bighi (UIL): AUDIO intervista
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