Al timone dall’estate 2012, ha portato la squadra piacentina dalla Seconda categoria alla serie D.
Un punto fermo che chiude un’epoca durata poco meno di nove anni. Giuseppe Rossetti lascia ufficialmente la presidenza della Vigor Carpaneto, realtà calcistica piacentina che è cresciuta in modo esponenziale dall’estate 2012, quando ha preso in mano il timone. Tris consecutivo di salti di categoria dalla Seconda alla Promozione, un quarto posto in Eccellenza, torneo poi vinto, infine un triennio in serie D. Nella stagione corrente, la decisione di auto retrocedersi in Eccellenza, poi lo stop dei campionati per la pandemia e la decisione di non ripartire nel torneo ridotto attualmente in corso.
“Mancano gli stimoli – spiega Rossetti – nella scorsa estate avevo scelto di provare a scendere d una categoria, anche perché fin dall’inizio volevo realizzare un ciclo di tre anni in serie D cercando di creare nel frattempo un qualcosa di solido. Non ci sono riuscito, la presidenza sportiva deve essere un piacere e anche un qualcosa a misura per le proprie tasche. Da solo faccio fatica. Già la scorsa estate ero molto scettico, le decisioni erano arrivate all’ultimo minuto. Con il senno di poi avrei dovuto prendere questa decisione l’anno scorso”.
Quindi si volta indietro
“E’ stato un qualcosa di straordinario, da un lato ci credevo di realizzarlo ma dall’altro non pensavo di riuscire a farlo in questi termini. Mi era successo prima con il basket a Fiorenzuola, poi c’è stata la parentesi calcistica nella stessa cittadina. A Carpaneto ho dato tutto me stesso, in pochi hanno fatto così tanto ma mi auguro che in tanti possano proseguire questa strada e fare meglio. Mi spiace lasciare la società, abbiamo vissuto bellissimi momenti”.
Le annate in pillole
“Abbiamo iniziato quasi per gioco, in piena estate, in Seconda categoria, con tutto da rifondare. Abbiamo vinto il campionato, poi abbiamo allestito uno “squadrone” che ha dominato la Prima. In Promozione ho cambiato il mio primo allenatore ed è stata un’annata “pazza”, passando dal dominare il campionato fino a dicembre per poi trovarsi sotto e recuperare fino a -2 dal Brescello alla vigilia dello scontro diretto esterno. Vincerla in modo impeccabile è stata la soddisfazione più grossa”.
Poi il biennio in Eccellenza
“Non nascondo che avrei voluto vincerla subito al primo anno, forte anche di acquisti importanti strada facendo, ma ci siamo comunque riusciti magistralmente l’anno dopo. Siamo sbarcati in serie D, siamo stati fortunati a pescare un jolly come Sylla, poi con il tecnico Stefano Rossini siamo arrivati una salvezza discretamente tranquilla. Con lui si è creato un legame di stima reciproca, che è rimasta anche nonostante un esonero della stagione successiva, al punto che è tornato con noi nell’annata del lockdown. In quell’occasione, avevamo iniziato con Adailton in panchina, che reputo un po’ come Pirlo, peccato poi lo stop perché avremmo disputato un girone di ritorno meraviglioso. Rossini sarebbe rimasto anche quest’anno se avessimo fatto la serie D ed è il tecnico che chiamerei per primo se un domani dovessi intraprendere un nuovo progetto calcistico. Quest’anno, infine, c’è stata la piccola parentesi in Eccellenza, che non mi ha entusiasmato, poi la pandemia ha fatto il resto”.
Infine le conclusioni
“A Carpaneto ho dato tanto e mi ha dato tanto, abbiamo fatto conoscere questo paese in tutta Italia. L’orgoglio è quello di avere costruito un centro sportivo con strutture all’avanguardia per una realtà come questa”.
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