Alla vigilia del ritorno dell’Emilia Romagna in zona arancione, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, torna a manifestare i propri dubbi in merito a questo sistema di prevenzione.
“Questa divisione a fasce prima aveva effetti positivi, ora mostra qualche limite. Non abbiamo ricette precostituite, dobbiamo sederci insieme agli scienziati, dobbiamo capire l’incidenza che le varianti avranno nelle prossime settimane, insomma iniziare a confrontarci: perché questa altalena tra chiusure e riaperture rischia di sfibrare i cittadini ma soprattutto gli operatori economici”.
“Lo dico anche in vista della prossima estate, della prossima stagione turistica: non voglio nemmeno pensare che possa svolgersi nelle condizioni attuali”.
La distribuzione a singhiozzo dei vaccini non contribuisce certo a semplificare le cose. “Quello che ci rammarica è che la nostra Regione, per com’è organizzata, sarebbe in grado di vaccinare tutti gli emiliano-romagnoli entro l’estate. Infatti, possiamo arrivare ben più di un milione di cittadini ogni mese. Ma se continuano con questo ritmo ci vorrà molto più tempo”.
Secondo Bonaccini, una soluzione potrebbe risiedere nel produrre in Italia i vaccini: “L’Italia dovrebbe provare a verificare fino in fondo se fosse possibile in qualche sito produttivo del paese produrre qui le dosi delle multinazionali che hanno firmato i contratti”.
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