D’ora in poi a Piacenza, chiunque voglia usare una sala comunale deve rilasciare una “apposita dichiarazione a favore della Costituzione e contro atteggiamenti di espressione fascista, razzista, sessista tipici delle ideologie assolutiste e totalitarie”.
La giunta comunale ha emesso un nuovo regolamento che include il cosiddetto “bollino antifascista” per disciplinare le collaborazioni e i patrocini concessi dal Comune ma anche l’utilizzo delle sale municipali da parte di chiunque – privati cittadini, enti comitati e associazioni – ne faccia richiesta per la promozione di iniziative. E’ stato l’assessore al Bilancio, Gianluca Ceccarelli, a illustrare le riforme che riguardano l’utilizzo degli spazi comunali da parte di soggetti e associazioni.
Il dibattito è stato molto acceso, non a caso sono piovuti emendamenti e il presidente del consiglio, Paola Gazzolo, ha accettato di prolungare la seduta oltre l’orario di fine, individuato per le 19.
Alternativa Per Piacenza
Di questo si è discusso in consiglio comunale. Il primo a prendere la parola è stato l’assessore Luigi Rabuffi, consigliere comunale di Alternativa Per Piacenza, a favore di questa novità-.
“I rigurgiti della destra estrema, xenofoba e razzista, e la sua patologica violenza nei confronti di chi non la pensi allo stesso modo, stanno purtroppo tornando prepotentemente in auge, rinforzati da un malessere diffuso, figlio della povertà e dell’ignoranza, dove si stimola la guerra ai più poveri, ai diversi. E non sono più avvisaglie, sono certezze. E a noi amministratori compete il compito di tenere alta la guardia contro chi ogni giorno ci propone atti di violenza contro le donne, contro chi ha il colore della pelle diverso dal nostro, contro chi ha un orientamento sessuale anch’esso diverso da quello della maggior parte di noi”.
“A noi amministratori compete tenere viva la memoria, quella memoria che stamattina ci ha portato all’omonimo giardino sullo Stradone Farnese a ricordare l’Olocausto e le tante vittime innocenti. Poi è vero, pretendere la firma su un modulo non è garanzia di rispetto dei valori costituzionali, ma quantomeno ricorda a chiunque richieda l’utilizzo di una sala comunale, (che, segnalo, è patrimonio della nostra comunità, è patrimonio nostro di tutti i cittadini di Piacenza), che è importante osservare la Costituzione”.
Centrodestra
Totalmente contraria Patrizia Barbieri, del centrodestra, che chiede di stigmatizzare tutte le dittature.
“Perché non mettiamo anche “contro il regime comunista”? Perché i regimi comunisti non ci sono stati e non sono totalitari? Vanno bene quelli lì? Scusate, voi che siete così sensibili contro gli atteggiamenti fascisti, e per carità io condivido, io qua dentro non ho sentito nessuno di voi esprimere solidarietà alla polizia, alle forze dell’ordine, nelle manifestazioni di piazza dell’ultimo periodo. Cosa sono queste? Le aggressioni alla polizia, cos’è democrazia? Se vogliamo parlare di questi argomenti ne possiamo parlare a 360 gradi, ma non è perché mettiamo un bollino qua, noi siamo diventati coloro che sono depositari del termine “democrazia” col bollino antifascista”.
“Allora io vi pregherei prima di andare oltre e anche poi effettivamente di rischiare di non raggiungere un obiettivo: concentriamoci davvero su quelli che sono i valori della Costituzione e il fatto che siamo tutti contro i regimi totalitari e contro quelle che sono le ideologie che siano di sinistra che siano di destra che comunque vanno a mortificare quelli che sono i diritti di libertà e di pensiero. Troviamo una convergenza su questo. Ma il bollino antifascista signori non si può sentire, ve lo dico perché effettivamente avete messo in imbarazzo tutta la città di Piacenza”.
Fratelli d’Italia
“Un provvedimento tipico di quelle epoche oscurantiste che tanto vi premurate di combattere“, commenta Sara Soresi, di Fratelli d’Italia. “E’ puro fumo negli occhi, è una marchetta elettorale con cui sperate di recuperare quel consenso, parzialmente perso dalla sinistra più sinistra con le scelte assunte nella pratica piazza Cittadella. Peraltro, è un emendamento al DUP fatto da APP, quindi nemmeno proveniente da voi. È una pagliacciata che ci ha portati alla ribalta nazionale e che ha messo d’accordo quasi tutti i cittadini, anzi direi tutti, sulla sua insensatezza”.
“A volte, per curiosità, leggo i commenti sui social sotto i vari quotidiani che danno notizia di questo o quel provvedimento e come è logico che sia ci sono cittadini che sono contrari e cittadini che sono d’accordo. Ecco in questo caso voi avete fatto l’en plein, perché di commenti a favore io francamente non ne ho visti, nemmeno da parte dei vostri più fervidi sostenitori”.
La Maggioranza
Ovviamente d’accordo Matteo Anelli, di Piacenza Coraggiosa.
“Chi non si dichiara antifascista o è fascista o è di quella parte politica che ha tanti voti in quel bacino elettorale dove alcuni hanno nostalgia del Fascismo. Io capisco tutto, guardate, capisco proprio tutto, ma che nessuno mi venga a dire e a raccontare che è superfluo inserire la dicitura “antifascista” in un regolamento per la concessione di spazi comunali. Per quanto ci riguarda non era superfluo ieri, non lo è oggi, non lo sarà nemmeno in futuro”.
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