“A nome del bambino che sono stato, vorrei ricordare che a Piacenza ci sono ancora bambini e bambine, ragazzi e ragazze, di varie etnie, provenienze, colori che, come me allora, hanno bisogno di un villaggio per crescere. Mi auguro che Piacenza sappia essere sempre un villaggio accogliente, per tutti e tutte“.
Con queste parole Alberto Gromi ha accolto la benemerenza civica “Piacenza Primogenita” questa mattina a Palazzo Gotico.
Un riconoscimento deciso “per la sua profonda sensibilità sociale, l’attenzione costante ai diritti delle persone più fragili, l’opera esemplare nel volontariato e in progetti di solidarietà, l’impegno per il bene comune”.
“Un vecchio detto africano sostiene che per crescere un bambino ci vuole un villaggio. Il bambino che ero ha avuto la fortuna di trovare tanti villaggi che l’hanno accolto, istruito, educato. Prima di tutto Piazza Duomo e i chiostri: la parrocchia, con le prime esperienze teatrali in quel bellissimo teatrino, ma soprattutto l’incontro con la fede, il catechismo, le liturgie in Cattedrale da chierichetto“.
“Il bambino che sono stato, così, ha saputo resistere alla povertà, alle privazioni, ha avuto la forza e la pazienza di trasformare i sogni in progetti, ha saputo riconoscere le ancore di salvezza, i doni della Provvidenza che meritavano di dare frutti. Vorrei testimoniare ai giovani, ai tanti giovani che incontro, per esempio, in carcere, nelle scuole dove vado a parlare di giustizia che ripara, che l’impossibile può diventare possibile, che l’inimmaginabile può diventare immaginabile. Ma ci vuole un villaggio che ti accolga e ti cresca“.
La consegna della benemerenza civica è un momento di festa per l’intera comunità piacentina. Perché in questo riconoscimento sono racchiusi valori, principi e ideali che esprimono la coesione sociale, l’appartenenza e un’identità in cui ci rispecchiamo con orgoglio, rendendo omaggio a chi se ne è fatto portatore con passione e coerenza nel suo percorso di vita e in quello professionale. Due tragitti che, nel cammino del professor Alberto Gromi, si sono costantemente intrecciati e conducono agli stessi traguardi: la cultura della solidarietà e dell’inclusione sociale, l’impegno a tutela dei diritti, il volontariato come testimonianza attiva di un senso civico costruttivo, teso al dialogo e all’ascolto.
Spesso ci ripetiamo, come esortazione e come auspicio per il futuro del nostro territorio, quanto sia importante fare squadra. Credo che la figura di Alberto Gromi sia, in questa accezione, esemplare, per la sua capacità costante di mettere in relazione mondi diversi e apparentemente lontani gli uni dagli altri, cercando il punto di unione. Dalla comunità “Villa dei Gerani” alla casa famiglia di via Sant’Antonino, dal Beccaria di Milano ai corridoi del liceo Gioia, dalla casa circondariale di Piacenza sino ai viaggi in Africa: l’impronta è sempre la stessa e ha il profilo dell’altruismo, del senso di responsabilità nei confronti del prossimo, di una coscienza civile che è il primo e più prezioso antidoto al male dell’indifferenza.
Oggi, nella solennità che questa cerimonia richiede, premiamo il docente e il dirigente scolastico, il fondatore delle associazioni “Verso Itaca” e “Amici di Lengesim”, il rappresentante delle istituzioni – dai Consigli direttivi dei nostri Musei Civici e della Galleria Ricci Oddi al ruolo di garante dei diritti delle persone private della libertà (incarico mantenuto per 7 anni, dal 2010 al 2017, su nomina del sindaco di Piacenza). Premiamo il volontario e l’esperto che ha messo la sua competenza a servizio del bene comune. Ma credo di poter affermare, nel rispetto degli insegnamenti di cui Alberto Gromi è stato interprete agli occhi e nel cuore della nostra comunità, che innanzitutto premiamo un concittadino e la sua immensa, autentica umanità.
Con una cifra distintiva vocata alla formazione, alla crescita della persona, all’attenzione nei confronti dei giovani, alla valorizzazione di quel ruolo educativo,
finalizzato al reinserimento sociale, di cui le istituzioni carcerarie possono essere fondamentale strumento. Grazie, professor Gromi, per aver sempre dato voce alle fragilità, alle componenti più vulnerabili di una società che – con il suo lavoro e la sua presenza attiva, così partecipe – ha contribuito a rendere più consapevole, accogliente e generosa. La benemerenza civica “Piacenza Primogenita”, che oggi sono onorata di attribuirle ufficialmente, ne è il segno.
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