«I medici sono pochi e quelli che ci sono lavorano in condizioni limite». E’ una sorta di grido d’allarme quello che oggi i medici del Pronto soccorso di Piacenza Andrea Vercelli e Davide Bastoni hanno lanciato nel corso di un incontro con le candidate del Pd alle prossime politiche del 25 settembre Paola De Micheli e Beatrice Ghetti. Un incontro che, nelle intenzioni delle candidate, era mirato proprio ad ascoltare in prima persona, all’interno del Pronto soccorso, le istanze di una categoria che da tempo sta vivendo una situazione d’emergenza. E sembra un paradosso, visto che questi medici vivono di emergenze da gestire; emergenze sanitarie però. In questo caso invece l’emergenza è legata alle risorse umane. Un’emergenza che dopo il periodo clou del covid è diventata sempre più grave. «Siamo passati da 56mila accessi al pronto soccorso nel 2015 – spiega Davide Bastoni – a 64mila nel 2021, con una previsione di 68mila nell’anno in corso».
Numeri che non possono non essere letti tenendo in considerazione un altro dato: il 74% di questi accessi al pronto soccorso sono codici bianchi o verdi; in altre parole, i pazienti non avevano niente di grave. Per fortuna da un lato, ma dall’altro questo dato rivela una criticità importante: la struttura sanitaria che gestisce le emergenze è sottodimensionata rispetto ai casi da seguire. Perdipiù, sottolineano Vercelli e Bastoni, i medici che scelgono questa specializzazione (che durante il periodo della pandemia si è rivelata più che mai cruciale) non hanno adeguati riconoscimenti a livello contrattuale e ciò rende poco “appetibile” questo tipo di specializzazione, che implica turni pesanti (a Piacenza si arriva a 4 notti alla settimana) e rischi oggettivi. In buona sostanza, questi specialisti tendono a cambiare reparto dopo poco tempo. Questo dato di fatto, aggiungono i medici (parlando anche degli infermieri), porta alla luce un altro aspetto della stessa questione: si sta investendo in strutture sanitarie nuove e moderne ma il rischio è che restino vuote, che non ci siano specialisti e infermieri a gestirle se non si risolve il problema del personale.
“La medicina d’urgenza – dichiarano le candidate Pd De Micheli e Ghetti – ha bisogno di essere rafforzata attraverso alcune misure che riteniamo fondamentali. Non solo la conferma delle borse di specialità disponibili ma anche l’incentivazione economica di una professione tanto faticosa quanto preziosa per la comunità. Inoltre occorre perfezionare il modello organizzativo che in Emilia Romagna si sta realizzando per efficientare l’offerta sanitaria, alla quale si dedicano medici ed infermieri. Ascoltando gli operatori si comprende molto bene come soltanto la sanità pubblica sia la risposta a questa vitale esigenza della nostra società”.
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