Basta cemento a Piacenza, oltre tremila cittadini firmano la proposta di ApP. Dagnino “Per fortuna non siamo in Unione Sovietica” – AUDIO

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Basta cemento a Piacenza è il tema proposto attraverso la rete per una raccolta firme promossa da ApP Alternativa per Piacenza, che ha sensibilizzato la cittadinanza e l’amministrazione comunale su alcuni nuovi insediamenti su alcune aree del territorio. Più di 3000 cittadini hanno firmato la proposta e gli organizzatori soddisfatti del risultato desiderano di togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Basta cemento a Piacenza la raccolta firme

La raccolta è andata molto bene racconta il Presidente di ApP Sergio Dagninoin pochissimo tempo abbiamo raggiunto le oltre tremila firme, segno che i cittadini sono molto sensibili su questa tematica e che quello che avevamo cercato di dire in Consiglio Comunale era corretto e aveva delle buone motivazioni e meritava il coinvolgimento della cittadinanza”.

Audio intervista Sergio Dagnino

Basta cemento a Piacenza il parere del CUAV

Il CUAV ha dato parere negativo a due delle 4 aree coinvolte nei progetti di riqualificazione – ancora Sergio Dagnino – le motivazioni sono quelle che in gran parte sono state segnalate dai nostri consiglieri per questo a maggior ragione siamo tranquilli, anche se siamo stati tacciati di essere quelli del no, o che fanno soltanto interventi ideologici per piantare bandierine. Il nostro intento è stato sempre quello di rimandare la discussione di questi accordi operativi al momento più consono, quello del Piano Urbanistico Generale che è alle porte. Sarà il momento in cui si potranno valutare nell’insieme tutti gli interventi partendo dal presupposto, che questi accordi operativi vengono da lontano, e sono figli di una visione diversa della città in cui si prevedevano 130 – 140 mila abitanti, adesso come tutti ben sappiamo siamo poco più di 100 mila.

Le ultime decisioni prese dalla Giunta Comunale

E’ una situazione contorta e soprattutto non si capisce quale sia l’atteggiamento dell’amministrazione comunale – spiega Dagnino – in un primo momento sembrano caldeggiare vivamente l’iter di questi accordi operativi, indipendentemente dal loro deposito, che va fatto, ci sono state parecchie dichiarazioni in consiglio comunale che portavano a pensare nemmeno tanto velatamente, che l’amministrazione fosse a favore se non verso tutti, almeno per alcuni, all’epoca Sindaca ed Assessore avevano affermato di aver portato a casa il miglior accordo per i cittadini come fosse scontato il buon esito dell’iter, paventando rischi di penali e ricorsi cosa che non è accaduta. Il rischio non si è mai corso perchè è il consiglio comunale che legittimamente è il soggetto che si deve esprimere su questi accordi, molti dei quali adesso non arriveranno mai in consiglio”.

Quello che comunque resta incomprensibile politicamente parlando è che non è chiaro se l’amministrazione comunale è favorevole o meno a questi accordi, non tecnicamente ribadisco ma politicamente, e soprattutto qual‘è la visione riguardo allo sviluppo della città, ancora logistica? Superfici di Vendita? O invece come il mondo ci indica che le cose sono cambiate e quindi c’è una rinnovata idea sullo sviluppo di Piacenza”.

Benzina sul fuoco o vecchia Unione Sovietica?

Non saprei come definire le affermazioni – spiega Dagnino – di certo non fanno ridere, essere definiti come soggetti che buttano benzina sul fuoco o come affermato dalla Sindaca Tarasconi non siamo in Unione Sovietica, per fortuna direi, abbiamo infatti così potuto chiedere il parere dei cittadini attraverso la raccolta delle firme. E’ il consiglio comunale poi che deve decidere e ci sono degli enti come il CUAV che giudicano l’iter degli accordi operativi, tra l’altro all’interno di questo ente oltre a Regione, Provincia e Arpae c’è anche il comune stesso che da una parte non si è espresso e dall’altra ha stoppato alcune procedure con delle motivazioni nette.

Per cui ribadiamo che nessuno ha buttato benzina sul fuoco ma Alternativa per Piacenza ha provato a mettere in campo delle riserve e delle difficoltà rappresentate da questi accordi. Invece di essere ascoltati, perchè noi lo abbiamo fatto con animo operativo e pensando all’interesse della città, ci hanno accusato di averlo fatto con fini ideologici. Sarebbe ora interessante, visto che ci sono le registrazioni delle sedute del consiglio comunale, conoscere il punto di vista di chi ha fatto quelle affermazione, cosa ne pensi oggi”.

Piacenza guardando al futuro

“Dobbiamo ricordarci – commenta Sergio Dagnino – sempre che abbiamo un record di aree militari dismesse all’interno della città che prima o poi dovranno entrare per forza nella disponibilità dell’amministrazione. Pensare di sacrificare del terreno permeabile o come viene chiamato vergine per costruire con un’abbondanza di aree dismesse da recuperare, è difficile da pensare, come possa esser una scelta corretta, ci sono complicazioni innegabilmente come i diritti dei privati di cui tenere conto, l’amministrazione ha comunque il compito di governare e questo significa far coincidere il più possibile le esigenze dei diversi attori, cittadini in primis ma pensare anche a quello che sarà lo sviluppo della nostra città nei prossimi decenni nell’interesse della collettività.

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