Il noto manager delle telecomunicazioni, il piacentino Pietro Mazzoni, 58 anni, è finito in carcere per “fatti di bancarotta e reati tributari”. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare è stata la Guardia di Finanza di Roma.
La vicenda per cui è scattato il provvedimento restrittivo è quella connessa alla società “Nuove telecomunicazioni” operante nel settore della progettazione e costruzione di infrastrutture.
Era una azienda leader, ma costruita sul debito verso l’Erario, per quasi 67 milioni di euro. Insieme a Mazzoni arresti domiciliari per Gianluigi Leveratto, ultimo amministratore di diritto dell’impresa. Interdizione, invece, per la mamma di Mazzoni, la signora Elvira Fanelli, e Roberto Colombo, altro amministratore ‘pro tempore’ dell’impresa. Il fallimento della “Nuove telecomunicazioni spa” risale al 2016; ma nella nuova società ‘Good company’ erano finiti solo i crediti ed i valori, “così svuotando di fatto di tutto il buono”. Lo hanno spiegato gli inquirenti.
Gli accertamenti sono stati seguiti dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli, che coordina alla Procura di Roma il pool di magistrati che perseguono i cosiddetti reati economici.
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