Proseguono gli incontri sul territorio organizzati dalla Banca di Piacenza per illustrare in anteprima i risultati di bilancio 2023. Dopo Fiorenzuola e Cortemaggiore, verranno toccate, nell’ordine, le piazze di Pianello (29 febbraio), Piacenza (7 marzo, al PalabancaEventi di via Mazzini), Pontedellolio (14 marzo) e Lodi (21 marzo). I dati sono presentati dal presidente Giuseppe Nenna coadiuvato dalla Direzione (Angelo Antoniazzi, direttore generale e Pietro Boselli, vicedirettore generale).
«Vogliamo creare valore», ha esordito il presidente Nenna nell’incontro al Teatro Verdi di Fiorenzuola citando il dato dell’utile netto che chiude a 29,9 milioni di euro (lo scorso anno l’utile aveva per la prima volta superato la soglia dei 20 milioni, mentre nel 2026 potrebbe raggiungere i 33,5 milioni). «Abbiamo ottenuto bei risultati», ha proseguito spiegando come si sono raggiunti e come si potranno consolidare.
Tre le ipotesi previste dal Piano strategico 2024-2026 in riferimento ai volumi operativi: crescita e incremento dei volumi sulle nuove filiali (Voghera, Modena, Pavia, Reggio Emilia) e consolidamento sul territorio dove la Banca mantiene quote di mercato elevate; sviluppo sulle nuove aree di insediamento e possibili aperture, se ci sarà l’opportunità, nel 2026 («perché noi, al contrario di altre che li chiudono, gli sportelli li apriamo»); consolidamento della quota di mercato nella provincia di Piacenza, dove la Banca è leader per quota sportelli («a rinsaldare il già forte legame con il territorio»).
Il presidente ha quindi illustrato alcune previsioni del Piano strategico «numeri che dimostrano la volontà della Banca di crescere ancora». Sul fronte della qualità dell’attivo, il tasso di copertura («molto alto») nel ’23 ha raggiunto il 56,7% (che arriverà, nel ’26, al 62,2%); la media del sistema bancario italiano si attesta sul 50%, mentre le banche delle stesse dimensioni dell’Istituto di credito di via Mazzini hanno una copertura del 31%. «Segno che siamo una banca sana», ha commentato il dott. Nenna sottolineando anche la percentuale molto bassa delle sofferenze nette (1,7 nel ‘23).
«Nel primo anno senza Sforza Fogliani – ha concluso il presidente Nenna – avevamo davanti a noi due sfide: una economica e l’altra culturale. Vinta la prima, in considerazione di quanto evidenziato fino ad ora, con l’aggiunta che alla creazione di valore si affianca l’investire in relazioni di valore con soci e clienti, nostra missione dal 1936; un valore delle relazioni che portiamo anche nelle nuove province d’insediamento. Ma vinta anche la seconda. Nel 2023, infatti, la Banca è riuscita a garantire un’offerta culturale eccellente con oltre 100 eventi organizzati (senza contare quelli legati alla celebrazione dei 500 anni di Santa Maria di Campagna), sempre con grande partecipazione di pubblico».
Il direttore generale Antoniazzi ha dal canto suo presentato i risultati dell’ultimo triennio evidenziando la progressione dell’utile netto (passato dai 12,3 milioni del 2020 ai 29,9 del 2023) e del ROE (l’indice di redditività del capitale proprio) che ha raggiunto il +9,5% (+4,3 nel 2020). Per quanto riguarda le sofferenze lorde, l’obiettivo è quello di restare soto al 5% nei prossimi tre anni. Cresciuti gli impieghi a 2 miliardi e 207 milioni (+5,32% sul 2022). Notizie positive anche dalla raccolta (oltre 6 miliardi) con un rapporto impieghi/raccolta in ripresa (75,03% contro il 71,63% dell’anno precedente). In salita anche il numero dei soci e dei conti correnti.
Il vicedirettore generale Boselli ha invece affrontato i temi dell’efficientamento (automazione delle attività ripetitive, eliminazione dei supporti cartacei e alienazione di immobili non strumentali) e della digitalizzazione (proporre sistemi informatici all’avanguardia protesi verso il futuro, arrivando alla firma digitale dei documenti ma mantenendo sempre al primo posto la relazione tra Banca e cliente). Massima attenzione, naturalmente, alla sicurezza informatica e alla protezione dalle frodi.
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