Attualità

Valorizzare il dialetto con Giacomo Leopardi, operazione riuscita grazie alla Banca di Piacenza

Il poeta Davide Rondoni protagonista della premiazione delle migliori traduzioni dell’Infinito. Primo premio a Gianfranco Lamoure. Altri sei segnalati e menzione speciale per i giovani

M’è seimpar savì cär cla muntagnöla

da par lé e cla ses che l’an fa mia vëd

l’urizzont ai mé occ’.

Ma quand sum sed am guärd in gir e la mé

immaginazion l’am fa sugnä di spasi seinsa

fein, na päz co’ ‘l mond fein tant che ‘l

cör al trëmla ad pagüra.

E quand a seint al veint c’al buffa fra ill

piant, cunfront al so rümur a cull dal

sileinsi e peins a l’eternitä e ill stagion

andä al preseint, insëma a ill so emusion.

Atsé al mé pinser l’asprufonda

in dl’immeinsitä dal mär e duls a l’è

abbandunäs.

Con questa traduzione Gianfranco Lamoure ha vinto il concorso promosso dalla Banca di Piacenza e rivolto ad appassionati del nostro dialetto e a già noti poeti e traduttori, che si sono cimentati nello scrivere in piacentino l’Infinito di Giacomo Leopardi. Un’idea nata dall’iniziativa su scala nazionale di Davide Rondoni, padre del progetto “Infinito 200” (la celebrazione dei due secoli dalla stesura de “L’Infinito” che prevedeva, tra le altre cose, la traduzione della poesia nei vari dialetti della penisola). Ed è stato proprio il noto poeta, presidente della commissione giudicatrice dei lavori (composta anche da Francesca Chiapponi, Umberto Fava, Fausto Ersilio Fiorentini e Gianni Sartori) a premiare il vincitore con una tavella raffigurante il rilievo della statua di Alessandro Farnese della nostra Piazza Cavalli, al termine di una cerimonia di premiazione a Palazzo Galli (Sala Panini) che ha svelato solo all’ultimo l’identità del “più bravo”.

Presentata da Robert Gionelli («Con questo concorso – ha ricordato – Palazzo Galli torna ad essere, come in altre innumerevoli occasioni, il tempio del dialetto piacentino, verso il quale la Banca ha sempre dimostrato grande attenzione. Tantissime e di pregio, infatti, le pubblicazioni realizzate per preservare un patrimonio culturale che ha più di sette secoli di storia»), la serata è stata aperta da Davide Rondoni, che dopo aver recitato L’Infinito ha sottolineato l’importanza dei dialetti: «E’ stato bello leggere le vostre traduzioni – ha detto rivolgendosi ai concorrenti – perché nessuno si è appiattito e tutti avete prodotto una vostra poesia essendo voi stessi e facendo fare al dialetto piacentino il dialetto piacentino. Il sogno del potere è avere una lingua unica, per questo la salvaguardia dei dialetti è fondamentale. Lingua unica vuol dire pensiero unico, mentre a tante lingue corrispondono tanti pensieri. E’ bello che una banca come la vostra offra la possibilità di crescere con la cultura».

Francesca Chiapponi ha quindi premiato i partecipanti alla sezione “Giovani”, che hanno ricevuto una menzione speciale. Ad Alberto Cesena, Leonardo Maggi ed Elena Mazzoni, della scuola media di Borgonovo, e a Vittoria Oddo del Liceo Gioia, è stato consegnato un buono della Banca da 100 euro.

Sei – oltre a quella proclamata vincitrice – le traduzioni ritenute meritevoli di segnalazione. Agli autori Fabrizio Araldi, Agnese Bollani, Ernestino Colombani, Adelio Profili, Maria Stella Scalambra, Fabio Torrembini è andato un quadro raffigurante Piazza Cavalli. A tutti i concorrenti (ai quali sono stati consegnati, in ricordo della partecipazione, due volumi: “Tradurre L’Infinito di Leopardi. Un compito infinito” di Susan Steward, Raffaelli editore, e “Storia della poesia dialettale piacentina” di Enio Concarotti, edito dalla Banca) è stata data la possibilità di leggere la loro opera. In tanti ne hanno approfittato, superando l’emozione del recitare in pubblico.

La cerimonia di premiazione si è chiusa con la consegna di un ricordo a Davide Rondoni (una cartina di Piacenza, stampa all’acquaforte di Matteo Florimi) e di un omaggio all’unica giurata donna, Francesca Chiapponi.

Le poesie di tutti i partecipanti sono state raccolte dall’Istituto di credito in una pubblicazione che potrà essere consultata anche attraverso il sito (plurivisitato) della Banca. Nell’elegante volumetto (che è stato distribuito a fine incontro a tutti i partecipanti) vi si trova anche una poesia fuori concorso, “L’Infinì” di Danilo Anelli e Antonio Levoni, i primi seguaci – qui a Piacenza – della bella iniziativa di Rondoni di cui si diceva all’inizio. La loro traduzione dell’Infinito era stata pubblicata su Bancaflash, il notiziario della Banca, già a metà dello scorso anno.

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