Il Consiglio di amministrazione della Banca di Piacenza ha approvato il progetto di bilancio dell’esercizio 2021, che chiude con un utile netto di 15,9 milioni di euro (12,3 milioni di euro nel 2020), in crescita di quasi il 30%.
Viene proposto un dividendo di 1,00 euro per azione, pari a quello dell’esercizio 2020 corrisposto nel 2021, con la possibilità per ciascun azionista di optare per il pagamento del dividendo in azioni (senza tassazione, a differenza dell’incasso del dividendo tassato al 26%), in ragione di 1 azione ogni 50 possedute.
La solidità patrimoniale dell’Istituto è confermata da un CET1 Ratio e da un Total Capital Ratio entrambi pari al 17,57%, coefficienti che si posizionano su valori notevolmente superiori ai requisiti minimi regolamentari e al di sopra dei valori normalmente riscontrati nel sistema bancario italiano.
Sul fronte della massa amministrata, si evidenzia come la raccolta diretta da clientela sia passata da 2.731,2 a 2.999,8 milioni di euro con una crescita del 9,83%. La raccolta indiretta è passata da 2.987,7 a 3.165,6 milioni di euro con una variazione positiva del 5,95%, dovuta principalmente ad un aumento della raccolta gestita, incrementata dell’8,35% rispetto al 2020.
Il volume degli impieghi alla clientela, al netto delle rettifiche di valore, si è collocato a 2.062,7 milioni di euro, con un aumento del 6,18% rispetto al 31 dicembre 2020 (1.942,7 milioni di euro), a dimostrazione del continuo sostegno della Banca alle famiglie e imprese del territorio. Nel corso del 2021 sono stati erogati oltre 370 milioni di euro di nuovi finanziamenti. Nello specifico, i prestiti destinati all’acquisto della prima casa sono cresciuti del 55,49% rispetto all’anno precedente.
Il conto economico ha visto il margine di interesse in aumento rispetto al 2020 (+15,70%), beneficiando degli effetti positivi derivanti dalle operazioni di rifinanziamento a lungo termine in essere con la Banca centrale (TLTRO-III). Le commissioni nette, pari a 42,4 milioni, mostrano una variazione positiva del 4,83%. Il margine d’intermediazione si è attestato a 93,4 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2020.
Il risultato netto della gestione finanziaria chiude in aumento di 8,3 milioni (+11,28% rispetto al 2020), grazie a un minor costo del credito verso la clientela (11,0 milioni di euro di rettifiche di valore a fronte di 18,8 milioni nel 2020). Gli indicatori di rischiosità del portafoglio crediti risultano migliori della media di sistema per quanto riguarda le sofferenze (1,02% – fonte ABI “Monthly Outlook”: dato al mese di novembre 2021), che sono scese allo 0,43% del totale degli impieghi netti, in calo rispetto allo 0,76% del 2020. Il rapporto dei crediti deteriorati netti sugli impieghi netti si è ridotto al 2,81% (4,24% nel 2020).
I costi operativi presentano un incremento (+4,2 milioni rispetto al 2020), principalmente dovuto all’aumento delle “spese per il personale” (+3,4 milioni di euro), gravate dallo stanziamento di oneri una tantum legati al nuovo “Piano di ricambio generazionale” promosso dalla Banca nel corso dell’anno.
In ulteriore costante progresso anche quest’anno il numero dei Soci (+1,38%) e dei clienti (+2,28%).
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