Economia

Banca dati immobiliare della Banca di Piacenza: “Prezzi certi del mercato, non stimati”

«La Banca dati immobiliare Banca di Piacenza (BDI) ha due importanti caratteristiche; è una raccolta di prezzi reali, non stimati. E fa riferimento a dati certi desunti da documenti certificati».

A ricordarlo, il condirettore generale dell’Istituto di credito di via Mazzini Pietro Coppelli; con il suo intervento ha chiuso il convegno di studi sulla riforma della crisi di impresa e dell’insolvenza. Incontro organizzato dalla Banca a Palazzo Galli in collaborazione con il Tribunale e i locali Ordini degli avvocati e dei commercialisti; il tutto seguito da un qualificato e numeroso pubblico.

La Banca dati immobiliare Banca di Piacenza

Il portale, ha spiegato il dott. Coppelli, raccoglie i dati delle aste immobiliari aggiudicate e delle compravendite registrate nel territorio di Piacenza e provincia. Realizzata in collaborazione con il Tribunale di Piacenza, l’Associazione proprietari casa-Confedilizia, il Collegio provinciale geometri e la Fiaip; la BDI è utile ad alcuni uffici interni alla Banca e si rivolge ai periti incaricati dal Tribunale in occasione delle aste giudiziarie. Ma anche a tecnici, progettisti, agenti immobiliari, impresari edili, esperti del settore immobiliare, persone interessate all’andamento dei prezzi. Nel portale – studiato dall’Ufficio tecnico e aggiornato ogni tre mesi – sono stati inseriti i link per accedere agli annunci immobiliari; scopo, confrontare i dati reali con i prezzi medi stimati e avere un quadro il più possibile completo dell’andamento del mercato.

«Per facilitare la comparazione – ha evidenziato il condirettore generale – la zona di Piacenza è stata suddivisa in cinque macro aree, ulteriormente suddivise al loro interno». Per la consultazione della Banca dati (gratuita, con precedenza per soci e clienti) ci si può rivolgere all’Ufficio tecnico della sede centrale (tecnico@bancadipiacenza.it) o agli sportelli della Banca.

La liquidazione giudiziale e la vendita dei beni immobili

Nell’ultima sessione di lavori dell’importante convegno (accreditato per la formazione professionale continua di avvocati e commercialisti), avente per tema “La liquidazione giudiziale e la vendita dei beni immobili”, prima del dott. Coppelli erano intervenuti il prof. Sido Bonfatti, ordinario di Diritto commerciale dell’Università di Modena e Reggio Emilia (riforma giudicata «approssimativa» in alcuni suoi passaggi: per esempio, sul ruolo del curatore, depotenziato rispetto a quello del giudice) e della dott. Valentina Rubertelli, componente del Consiglio nazionale del Notariato («il sistema delle aste telematiche notarili ha ampliato la platea degli offerenti e fatto crescere il numero delle vendite “fallimentari”; restano invece criticità nella gestione del portale ministeriale, troppo lento»).

Le procedure di allerta e di composizione assistita della crisi

La mattinata si era conclusa con la trattazione del tema “Le procedure di allerta e di composizione assistita della crisi”), con interventi del prof. Stefano Ambrosini, ordinario di Diritto commerciale dell’Università del Piemonte orientale e docente di Diritto della crisi d’impresa nella Luiss Guido Carli (rilevata la necessità di calibrare lo spettro di applicazione delle norme, forse troppo ampio nel testo uscito dalla Commissione Rordorf, ma che rischia di restringersi eccessivamente con il decreto correttivo che vedrà la luce entro settembre), del dott. Luciano Panzani, presidente della Corte d’Appello di Roma (esaminato il meccanismo dell’allerta e delle misure protettive che si affiancano, alla luce della pubblicazione, sulla Gazzetta ufficiale, della Direttiva comunitaria in materia) e del dott. Riccardo Ranalli, dottore commercialista di Torino (allerta giudicata «fondamentale opportunità» ma anche «minaccia», perché possibile fonte di liquidazioni precoci).

Continuità aziendale e le procedure di crisi

Il pomeriggio si era invece aperto con la sessione dedicata a “Continuità aziendale e le procedure di crisi”, argomento approfondito dalle relazioni della prof. Stefania Pacchi, ordinario di Diritto commerciale dell’Università di Siena (sotto la lente la nuova Direttiva Ue e il ruolo fondamentale dei creditori), della dott. Alida Paluchowski, presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Milano (tra i temi affrontati il concordato in continuità – diretta e indiretta – e il codice di riforma che prevede la soddisfazione dei creditori attraverso la continuità aziendale), e del dott. Andrea Foschi, componente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti («un collegio sindacale fatto bene è il miglior procedimento d’allerta possibile»).

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