Autotrasportatori sfruttati, iniziati gli interrogatori per gli undici indagati

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Iniziati gli interrogatori di garanzia per i primi degli undici indagati nell’inchiesta legata allo sfruttamento dei lavoratori all’interno di una ditta di trasporti della provincia. La polizia stradale, che ha condotto le indagini, ha parlato di un’articolata organizzazione criminale dedita allo sfruttamento di conducenti di autotreni di nazionalità romena.

Con le ipotesi di reato, che spaziano dall’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, alla truffa ai danni dello Stato, al falso ideologico, i poliziotti, alle prime ore di questa mattina, sono piombati nelle abitazioni degli undici indagati per applicare loro le misure degli arresti domiciliari disposte dalla Procura piacentina e per l’esecuzione delle perquisizioni dall’esito delle quali non si escludono altri importanti sviluppi per le indagini in corso.

Cinque le persone interrogate in questa prima sessione, due delle persone sono sospettate di aver avuto marginali contatti con la società. Tra questi un medico e il titolare di un’autoscuola: si cerca di gettare luce sui rinnovi di alcune patenti, per capire se siano state messe in atto facilitazioni di qualche tipo. I legali delle due persone hanno dichiarato l’estraneità dei propri assistiti.

I fatti interessano circa un centinaio di autisti, i quali, sotto la minaccia del licenziamento, erano costretti, anche nei periodi destinati al riposo, a vivere reclusi in una sorta di accampamento privo di ogni servizio igienico, allestito presso un piazzale in uso a una delle maggiori società di autotrasporto di Piacenza. Le indagini hanno evidenziato come gli autisti fossero costretti a dormire e soggiornare in pianta stabile nelle cabine dei camion in sosta, a scaldarsi con stufe improvvisate e utilizzare cucine ricavate da pancali e fusti per uso industriale.

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