Ausl, il sindacato Ugl dichiara lo stato d’agitazione: “Carenza d’organico e turni di lavoro insostenibili”

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Carenze degli organici, turni di lavoro nient’affatto rispettosi delle esigenze di vita degli operatori della sanità e che pregiudicano gli stessi servizi alla collettività. Questi i problemi che hanno indotto UGL Salute ad avviare le procedure previste dalle norme per la regolamentazione degli scioperi nei servizi di pubblica utilità. Inviata la comunicazione alla Prefettura di Piacenza ed alla Commissione di Garanzia, attenderemmo i prossimi 5 giorni per tentare la procedura cosiddetta “di raffreddamento” e scongiurare un’eventuale sciopero.

La nota dell’Ugl

In troppi hanno dimenticato, troppo in fretta, il contributo sociale, a tratti eroico, che hanno visto protagoniste le lavoratrici ed i lavoratori della sanità. Lo hanno dimenticato in primis le aziende sanitarie da cui sono dipendenti, pur sempre in nome e per conto del popolo.

Esemplare è il caso delle operatrici ed operatori infermieristici addetti al servizio sanitario presso il carcere di Piacenza che stanno vivendo da troppi mesi una situazione paradossale ed insostenibile che non ha prodotto ripercussioni importanti sul servizio solo grazie allo spirito di abnegazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Organico ridottissimo, turni massacranti, carenze di ogni tipo (soprattutto legate all’assistenza medica) cui si aggiunge anche il mancato riconoscimento dei buoni pasto.

Ad interessarsi della vicenda è stata per prima l’avv. Sara Soresi (legata alla nostra Organizzazione) cui l’azienda sanitaria ha dato una risposta insufficiente e, dal nostro punto di vista, a tratti non rispondente al vero.

Alla nostra richiesta d’incontro, risalente a circa un mese fa, l’ASL di Piacenza ha ritenuto di non fornire alcuna risposta!

Attendiamo l’esito della procedura prevista dalle norme. Dovremo avere riscontri concreti. Viceversa procederemo a proclamare lo sciopero.

Di certo se i Dirigenti ASL di Piacenza credono di poter “gestire” le problematiche presenti, all’interno di un collaudato sistema di relazioni non hanno fatto i conti con la volontà dei lavoratori che, sempre più numerosi, si rivolgono all’”altro sindacato” anche per quanto concerne il comparto della salute.

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