Il congresso mondiale dedicato alla Sanità pubblica, che si è svolto alcune settimane fa a Roma, ha visto l’Azienda Usl di Piacenza tra i protagonisti dell’importante appuntamento scientifico. Tra gli altri, l’equipe della dottoressa Alessandra Rampini, direttore di Igiene e sanità pubblica, ha presentato due studi.
C devi pensare: l’importanza del tracciamento dei contatti dei soggetti positivi agli anticorpi nel corso della campagna di screening per l’epatite C a Piacenza, è un lavoro realizzato dai professionisti Assunta Bizzarro, Giuliana Lo Cascio, Roberta Schiavo e Alessandra Rampini, accettato come comunicazione orale nella sessione Dipartimenti di Prevenzione 2 – rischio infettivo.
Altro tema affrontato dal team piacentino è stato quello del Nuovo modello della regione Emilia-Romagna nella prevenzione del carcinoma della cervice uterina: oltre al guadagno di salute, un guadagno di risorse umane. Il lavoro è stato realizzato da Giusy Amodio, Christian Platè e Alessandra Rampini, ed è stato accettato come comunicazione orale nella sessione dipartimenti di Prevenzione 3 – prevenzione primaria e secondaria.
“Due importanti studi – sottolinea la dottoressa Rampini – che vedono la nostra Azienda utilizzare una nuova tipologia di approccio alla prevenzione come strumento di ottimizzazione delle applicazioni e dei risultati raggiunti. Ne è un esempio il tracciamento dei contatti dei soggetti positivi agli anticorpi dell’epatite C realizzata dalla nostra Azienda. Su 141 soggetti contattati perché risultati positivi agli anticorpi, l’84% si è presentato ai colloqui consentendo di tracciare 202 contatti a rischio, per cui si è proceduto a richiedere la sierologia per HCV ed eventuale replicazione del virus.
Di questi, 2 persone sono risultate infette e sono state inviate agli accertamenti di secondo livello per l’inizio della terapia. Una di loro non rientrava nei destinatari della campagna di screening essendo nata nel 1949. Questa modalità di tracciamento consente di coinvolgere anche i casi non replicanti e rappresenta un’ulteriore risorsa nella prevenzione. Lo screening è un ottimo strumento di monitoraggio della salute. Per questo lo si propone anche alle persone che accedono al Pronto soccorso dell’ospedale di Piacenza per i codici meno gravi. Inoltre, per allargare ancora di più la forbice del tracciamento, tutte le persone nate dal 1969 al 1989 (residenti o domiciliate) possono prenotare il test attraverso le specifiche modalità di accesso previste per ogni punto prelievo del territorio”.
Piacenza è primogenita anche di un nuovo approccio alla prevenzione nel campo della lotta al carcinoma della cervice uterina. Approccio che, come dimostrato dai professionisti, consente un miglioramento dell’organizzazione del servizio e del personale impiegato oltre che un netto risparmio in termini economici.
“L’infezione da Papilloma virus (HPV) è la più comune delle infezioni a trasmissione sessuale. La Regione ha valutato che le donne vaccinate per HPV con due dosi di vaccino somministrate entro i 15 anni, hanno un basso rischio di sviluppare un tumore della cervice uterina prima dei 30 anni. Inoltre l’effettuazione del pap test potrebbe esporle a un rischio di sovra-diagnosi e sovra-trattamento. Per questa fascia di soggetti, la prima chiamata allo screening è stata posticipata a 30 anni. L’obiettivo dello studio è confrontare la spesa in termini di ore-personale tra la gestione dello screening con pap test alla corte del 1998 e del costo del personale impiegato per la vaccinazione nelle ragazze dai 12 ai 15 anni della medesima corte. È emerso che questo nuovo approccio porterà un netto risparmio di ore di personale che potrà così essere reindirizzato in altri interventi di prevenzione”.
L’invito a eseguire il pap test o il test Hpv avviene attraverso l’invio di una lettera personalizzata a casa delle donne residenti o domiciliate in provincia di Piacenza.
A partire dal 1 gennaio 2023 è stata posticipata a 30 anni la prima chiamata allo screening, a iniziare dalle donne nate nel 1998 e vaccinate con almeno due dosi per HPV, entrambe somministrate prima del compimento dei 15 anni.
L’offerta attiva e gratuita di screening per le donne tra i 25-29 anni è così rimodulata. Le nate prima del 1998 sono invitate al pap-test con cadenza triennale, indipendentemente dallo stato vaccinale. Le nate dal 1998 in poi e vaccinate contro l’HPV con almeno 2 dosi in età inferiore ai 15 anni ricevono il primo invito a 30 anni per HPV test. Infine, le nate dal 1998 in poi e non vaccinate contro l’HPV sono chiamate al pap test con cadenza triennale.
Anche chi non ha effettuato la vaccinazione contro il Papilloma virus entro i 15 anni, può approfittare dell’ulteriore invito alla vaccinazione rivolto alle 25-enni. Il vaccino, gratuito fino al compimento del 30 anno, è efficace nei confronti di 9 tipi di Papilloma virus umano. Inoltre protegge da quasi il 90% dei tumori del collo dell’utero. Recenti studi hanno anche dimostrato che il vaccino può prevenire le recidive nelle donne che hanno già incontrato il virus e sviluppato lesioni precancerose o cancerose, se viene somministrato entro i 12 mesi dal trattamento.
La vaccinazione prevede un ciclo di 3 dosi (a tempo 0, dopo 1-2 mesi e dopo 4-6 mesi), senza ulteriori richiami. Il vaccino è sicuro e generalmente ben tollerato. Gli eventuali effetti indesiderati sono di lieve entità e di breve durata (es.: dolenzia, rossore in sede di vaccinazione). Per prenotare la vaccinazione, ci si può rivolgere agli sportelli Cup o chiamare il numero CupTel 051.4206228.
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