Due assalti ad altrettanti bancomat (Monticelli e Fiorenzuola d’Arda) in una notte. Il dott. Pietro Coppelli, componente la Commissione ABI-Associazione Bancaria Italiana e condirettore generale della Banca di Piacenza, prende posizione facendo appello ai cittadini.
«Anche questa notte – dichiara il rappresentante piacentino della Commissione regionale ABI – due assalti a due bancomat; dopo tutti quelli degli scorsi mesi. Sono assalti andati a vuoto, ma non per questo non dannosi. Con le particolari protezioni che la Banca di Piacenza ha applicato ai propri apparecchi, si riesce ad evitare di essere svaligiati; ma il danno alle apparecchiature c’è comunque ed anche rilevante per migliaia e migliaia di euro. Sostanzialmente ogni ripristino di un bancomat, anche solo forzato, comporta una spesa di circa 40mila euro, puramente di esborso. Se poi riuscissero a prelevare denaro, abitualmente si raggiunge una somma superiore a 100-110mila euro. Il tutto considerato che questi attacchi vengono effettuati nelle giornate – ad esempio del venerdì o nei prefestivi in genere – nelle quali i malviventi sanno che i bancomat sono più carichi per soddisfare le esigenze della clientela di approvvigionarsi di contante».
La dichiarazione del dott. Coppelli così prosegue: «Le operazioni dei malviventi per attaccare un bancomat durano diversi minuti ed i loro comportamenti sono anche facili da individuare. Abitualmente devono introdursi nei locali retrostanti l’apparecchiatura per prelevare il contante; poi introdurre i cavi o i sistemi per aprire il bancomat. Chiediamo la collaborazione degli abitanti e dei vicini di casa perché segnalino ogni movimento sospetto intorno a questi apparati alle Forze dell’ordine, agli istituti di vigilanza o alla banca interessata.
Tenendo per quanto possibile sott’occhio i movimenti intorno agli stessi apparati e tenendoli attenzionati. Al proposito va tenuto presente che questo servizio rende ormai ben poco, quando ci guadagnano, agli Istituti bancari; i quali infatti tengono i bancomat in funzione essenzialmente per rendere un servizio. Se i danni continueranno a verificarsi con l’attuale ritmo è gioco forza che le banche non possano più mantenerli, tenendo presenti tutte le spese (di assicurazione, di rifornimento a mezzo portavalori, ecc.) che essi comportano. Se con la collaborazione dei cittadini (e tenendo presente che questi apparati sono perlopiù collocati in zone centrali) non si riuscisse a porre fine a questi danneggiamenti e sottrazioni di denaro continue, presto si verificherà che verrà a mancare il servizio in più centri».
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