“Arrestiamo l’arresto cardiaco”, un libro per diffondere il messaggio di Progetto Vita e la cultura del pronto soccorso – AUDIO e FOTO

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Piacenza rappresenta un modello a livello europeo, e non solo, nella lotta all’arresto cardiaco. Se oggi possiamo vantare questo straordinario primato, lo dobbiamo a un’idea pionieristica che un gruppo di professionisti ha iniziato a sviluppare ben 23 anni fa. Un’idea che prese corpo in quel progetto che oggi tutti conoscono come “Progetto Vita”. Defibrillatori diffusi a livello capillare sul territorio, corsi per imparare a usarli, app e tecnologie per accorciare i tempi di intervento, una fitta rete di collaborazione tra soggetti della Sanità, forze dell’ordine, vigilanza privata e istituzioni.

Un sistema ben oliato, anzi, perfettamente oliato e funzionante, efficace, in grado di salvare vite, tante vite. Un modello che piano piano sempre più province stanno cercando di studiare e quindi adottare, un modello destinato a essere esportato. Una storia che meritava di essere ripercorsa e raccontata, anche per svelare quei segreti che tutti devono conoscere per poter diffondere il “modello Piacenza”.

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“Arrestiamo l’arresto cardiaco”

In quest’ottica nasce il libro “Arrestiamo l’arresto cardiaco” scritto dalla dott.ssa Daniela Aschieri, primario del reparto di cardiologia dell’Ospedale di Piacenza e Presidente di Progetto Vita e dall’avv. Augusto Ridella con il contributo scientifico del Prof. Alessandro Capucci ordinario di malattie cardiocircolatorie Università di Ancona.

“Questo non vuole essere un libro dei ricordi o un libro autocelebrativo. A Piacenza il defibrillatore è uno strumento salvavita conosciuto, ma fuori dalla nostra provincia non è così. Allora, con questa piccola pubblicazione, puntiamo a essere d’aiuto alla diffusione della conoscenza del defibrillatore. E’ di facile lettura, non è un trattato di cardiologia, è un aiuto a salvare delle vite umane”, spiega l’Avv. Augusto Ridella.

“L’obiettivo è abbattere certi tabù e far capire alle persone che l’avventura Progetto Vita è replicabile. Perché la paura è che una volta fatta la legge non ci siano città in grado di eguagliare il nostro traguardo e quindi sarebbe la cosa peggiore, buttare questi anni e farli diventare un’esperienza locale e basta. L’obiettivo è far capire alle altre città che è possibile realizzare una rete di pronto soccorso per arresto cardiaco utilizzando uno strumento salvavita”. Così la dottoressa Daniela Aschieri.

“Il progetto dei quartieri cardioprotetti è l’obiettivo futuro ma anche e soprattutto l’educazione nelle scuole: un obiettivo a lungo termine che però rappresenta la base per poter proseguire in questa strada”, conclude Aschieri.

Il messaggio del Prof Alessandro Capucci ordinario di Malattie Cardiovascolari ideatore di Progetto Vita

“Impossibilitato per precedenti impegni a presenziare alla presentazione del  libro “ Arrestiamo l’arresto cardiaco” mi preme inviare il mio saluto più caloroso a tutti voi assieme ad un breve pensiero.

Quando nel 1998 venni in contatto per la prima volta con il defibrillatore semiautomatico, essendo primario della Cardiologia di Piacenza, mi balenò in mente la possibilità che si potesse salvare la vita di molte più persone, nella città e provincia, con questo strumento (allora innovativo)qualora fosse stato posizionato all’esterno dell’ospedale (luogo nel quale fino ad allora il defibrillatore era confinato in prevalenza) e cioè sempre più in vicinanza dei soggetti eventualmente colpiti da arresto cardiaco. Per tale motivo decisi di chiamarlo Progetto Vita e cioè foriero di vite salvate. I riscontri pratici positivi che ne sono derivati sono sotto gli occhi di tutti , hanno posto giustamente Piacenza al centro di una legge Nazionale sull’ impiego dei DAE nel territorio e sono alla base dell’ elaborazione di questa pubblicazione che oggi viene presentata.

Ogni progetto per avere successo richiede una buona idea che si basi su dati di realtà e verità e la raccolta di questa idea da parte di un gruppo di persone credenti e determinate a portarla avanti a dispetto di difficoltà ed ostacoli che altre persone e lunghi tempi  di attuazione e mantenimento possono opporre. Questo è stato possibile grazie a tanti cittadini  di Piacenza il cui elenco sarebbe lunghissimo, alcuni qui oggi, altri non più con noi in questo mondo. La dottoressa Aschieri e l’avv Ridella sono stati sicuramente e sono tutt’ora fondamentali attori per lo sviluppo continuo e necessario del Progetto Vita.

Purtroppo questo che stiamo vivendo è sicuramente uno dei momenti più bui della storia dove la verità e la vita vengono giornalmente calpestati o scarsamente difesi. Dove la libertà di cittadini viene limitata persino nelle nostre attività lavorative in nome di una patologia ormai nota , dopo 2 anni, ed anche trattabile con comuni farmaci somministrati nei tempi appropriati (Il “timing” è sempre fondamentale in medicina). Dove verità quali l’evidente dimostrato  fallimento della strategia di “tachipirina e vigile attesa”( Sestili P. et al Front Pharmacol 2020;11:579944) non portano ad alcun deciso cambio di rotta nella strategia di cura delle persone che si ammalano di COVID-19. La verità è che non esiste solo il vaccino “attuale” per curare questa malattia e che inoltre, come ormai noto, questo vaccino non protegge da reinfezioni.  Questa è solo una delle tante verità che riguardano questa vicenda e non è certo oggi il momento giusto per dilungarci su questo pur  importantissimo argomento.

Nel ringraziarVi per la Vostra presenza  e nel salutarVi vorrei trasmettervi un messaggio di speranza (quella vera) e di fiducia nel ricordare che come questo Progetto di Vita ha trionfato salvando molte persone così anche il perseverare sempre nella umile ricerca  della Verità ( quindi anche durante questi bui e tristi momenti della nostra esistenza)ci indicherà la vera luce di uscita dal tunnel e la via del ritorno alla vita sociale e democratica. Tanti cari saluti a tutti Voi”.

Prof Alessandro Capucci                                                    

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