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L’appello per il cessate il fuoco di Europe for Peace, oltre 5 mila firme consegnate al prefetto. Adriana Gatti: “Incontrati tanti cittadini” – AUDIO

Oltre 5000 cittadini e cittadine di Piacenza e provincia (5135 le firme consegnate ma con diverse altre ancora nelle mani dei volontari di Europe for Peace) hanno sottoscritto l’appello proposto da Europe for Peace Piacenza, rete di 32 associazioni locali, contro tutte le guerre e perché vengano avviate dagli organismi internazionali autorevoli trattative che impongano un cessate il fuoco immediato e negoziati di pace.

Adriana Gatti di Europe for Peace Piacenza

Come rete di associazioni piacentine ci siamo impegnati in questa campagna in nome della cittadinanza attiva perché riteniamo non si possa rimanere indifferenti di fronte ai massacri a cui assistiamo quotidianamente a Gaza, in Ucraina e in diverse altre parti del mondo. 5mila firme sono un buon numero se, perché la raccolta è avvenuta soprattutto incontrando i cittadini“.

Europe for Peace Piacenza

Pensiamo che stia a ciascun cittadino e a ciascuna cittadina portare avanti l’impegno personale di rifiutare le guerre. Il loro perdurare porta solo morte e sofferenza nell’interesse sicuro di tutti i produttori e commercianti di armi.

Con la nostra iniziativa abbiamo dato voce a un numero significativo di persone e ad un diffuso sentimento popolare, sia attraverso l’appello on line sulla piattaforma di change, ma soprattutto organizzando numerosi banchetti in diverse occasioni ( presso parrocchie, al Centro Islamico, sindacati, scuole, incontri culturali, feste di quartiere, mercati e teatri) per poter avere la possibilità di incontrare le persone.

Un modo per continuare l’azione di sensibilizzazione sui temi della nonviolenza che Europe for peace porta avanti da tempo attraverso varie iniziative come incontri, conferenze, manifestazioni, il flash- mob cittadino dello scorso anno e la tenda della pace nel marzo scorso. Hanno firmato l’appello donne e uomini di diversa estrazione sociale, culturale e di differente formazione religiosa, così come atei ed agnostici, tutti mossi dalla speranza che cessino le guerre, e che i conflitti, che pure sono inevitabili, siano risolti senza ricorrere alla violenza.

In questi nostri incontri con i cittadini abbiamo percepito una grande voglia di Pace, sebbene non possiamo fare a meno di notare che esiste una parte di persone che

rifiuta di credere ad un reale pericolo di allargamento del conflitto e che vorrebbe continuare a vivere senza curarsi di coloro che soffrono per le guerre.

Ma la maggioranza delle persone di tutti gli ambiti dove siamo stati a raccogliere firme ci ha richiesto di segnalare che è il momento di un gesto forte contro la guerra e la continua uccisione di bambini e civili oltre ai militari. Non è accettabile che tutto continui come nulla fosse.

Questo gesto forte potrebbe essere uno sciopero generale dei produttori e dei consumatori? Pensiamo sia necessario parlarne.

Le guerre provocano disastri ancora prima di iniziare. Basti pensare all’odio e alla violenza verbale che provocano, ai sentimenti di vendetta e ritorsione che proseguono per generazioni.

Non dimentichiamoci delle enormi spese per l’industria bellica che ha bisogno di guerre per proliferare. La spesa militare mondiale ha raggiunto nel 2023 il record storico di 2.443 miliardi di dollari con una crescita del 6.8% in termini reali rispetto all’anno precedente.

Questi aumenti delle spese militari sottraggono energie e investimenti ai settori di aiuto alle popolazioni (come sanità, scuola e welfare) e alla lotta al cambiamento climatico e per promuovere una transizione equa e inclusiva, verso un’economia realmente sostenibile. Senza contare lo smantellamento in Italia della legge 185 (che disciplinava il commercio delle armi) che rivela il disegno di indebolire il controllo sulle vendite all’estero di armi esplicitata da diversi gruppi di pressione legati all’industria militare.

Come previsto nell’ appello, le firme sono state consegnate questa mattina, 2 luglio, al Prefetto di Piacenza perché si faccia portavoce della volontà di Pace, attraverso i canali istituzionali presso il Governo. Successivamente chiederemo alla Sindaca, al Consiglio Comunale di Piacenza e alla Presidente della Provincia di farsi portatori del desiderio della popolazione piacentina di Cessare il fuoco e di lavorare per la Pace.

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