L’appello dei pedagogisti al Governo, Daniele Novara: “Telefonini vietati prima dei 14 anni”. Smartphone e Social Media: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo”, questo è il titolo dell’appello firmato da personalità di primo piano del mondo della pedagogia, dell’educazione e della cultura, della psicologia dell’arte e del cinema.
Da Daniele Novara ad Alberto Pellai, da Pierfrancesco Favino a Carlotta Natoli, sono tante e in aumento le persone che chiedono al governo di “impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16”.
Da anni ci battiamo per aiutare i genitori su questo tema – spiega il noto pedagogista piacentino Daniele Novara – perché le famiglie non ce la fanno da sole. E’ una battaglia impossibile. La situazione è assolutamente fuori controllo. Le industrie più grandi del pianeta hanno preso di mira con cinismo le nuove generazioni e puntano a dare un telefono ai bimbi se potessero già nella culla. Papà e mamma devono essere aiutati come è stato fatto per alcol e tabacco, per mettere in sicurezza una generazione agganciata da questi dispositivi che portano tanti disturbi legati all’eccesso dell’utilizzo della tecnologia. I fatti lo dimostrano: nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Certo con questo divieto saremo i primi al mondo, ma lo siamo stati anche quando abbiamo chiuso i manicomi o abbiamo applicato il divieto di fumo, poi in tanti ci hanno seguito.
Appello dei pedagogisti: i telefonini vanno vietati prima dei 14 anni – AUDIO
L’appello
Nell’appello viene anche chiarito che “La nostra non è una presa di posizione anti-tecnologica ma l’accoglimento di ciò che le neuroscienze hanno ormai dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe invece vivere nel mondo reale”.
Queste le motivazioni che hanno spinto alla stesura di questo appello, nella speranza che l’attuale Governo possa compiere un atto di amore verso le nuove generazioni.
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