Attualità

Anpas festeggia 120 anni: “Piacenza, possiamo dirlo, ha fatto scuola”. Prossimi obiettivi: “Ulteriore impegno sul fronte disabilità” – AUDIO

Una storia lunga 120 anni, una storia chiamata Anpas, fatta di concretezza. Perché l’apporto dei volontari al sistema Italia è fondamentale, necessario, indispensabile. E in questo caso parliamo di volontari che si muovono lungo le strade, di giorno e di notte, per soccorrere persone. Una colonna portante per il tessuto sociale, dunque, e visto che parliamo di Anpas potremmo anche dire: una colonna portante per la Sanità. L’associazione ha festeggiato il 120esimo anniversario a Palazzo Garibaldi, sede della Provincia, di fronte a tutte le istituzioni della città e di fronte a una rappresentanza di tutte le sezioni sparse sul territorio piacentino.

Focus sulla disabilità

“Celebriamo 120 anni di lavoro laico da parte di persone che volontariamente si occupano degli altri”, commenta il coordinatore Paolo Rebecchi. “Attività di soccorso, protezione civile, attività sociali e ora ci stiamo orientando anche molto sulle disabilità che sarà il nostro nuovo punto forte che vogliamo sviluppare per aiutare persone che hanno magari avuto qualcosa meno di noi da un punto di vista fisico, ma che hanno molto da dare da un punto di vista umano. Anpas continuerà, con questo che da un punto di vista operativo diventerà uno dei primi obiettivi”.

Piacenza ha fatto scuola

Un ringraziamento a tutti i volontari, anche alla componente dipendente e alla componente del servizio civile volontario. Indubbiamente la base principale è composta da volontari, volontari che costantemente, tutti i giorni, nella maggior parte delle pubbliche assistenze, soprattutto piacentine, quasi 24 ore su 24 operano a favore della collettività. Abbiamo visto che in alcuni settori del welfare quasi il 90% delle attività è svuota da volontari. La nostra è un’organizzazione che è cresciuta e che è esplosa in senso positivo negli ultimi anni e Piacenza, possiamo dirlo, ha fatto scuola. Siamo davvero riusciti a far vedere a che livelli si può arrivare, di disponibilità ma anche di professionalità”.

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