AGGIORNAMENTO – Sulla mobilitazione dei sindacati interviene la stessa Amazon.
Rivediamo regolarmente le retribuzioni attraverso un processo ben consolidato. La retribuzione di ingresso prevista dal CCNL Commercio è pari a 1655,98€. Amazon, grazie alla propria politica di revisione annuale degli stipendi, offre, a partire dal 1º ottobre 2023, una retribuzione di ingresso di 1.765€, cioè circa il 7% in più rispetto a quanto previsto dal CCNL. Ad aprile il CCNL commercio prevedeva un incremento delle retribuzioni: anziché assorbirlo, poiché i nostri stipendi sono già ampiamente superiori rispetto a quanto previsto dal CCNL, abbiamo deciso di rilanciare con un ulteriore aumento. Queste revisioni annuali degli stipendi ci permettono di garantire e mantenere una equità di trattamento salariale in tutto il network.
Ad Amazon, ha inizio oggi con un pacchetto di scioperi intermittenti (2 ore nel turno mattutino), la protesta dei lavoratori di Castel San Giovanni dopo l’inaccettabile epilogo della trattativa per le retribuzioni dei lavoratori impiegati nella multinazionale.
La nota della Ugl
“Il risibile aumento lordo del 1,1% delle retribuzioni (che presumibilmente verrà assorbito già a gennaio dall’aumento del CCNL del commercio) non è accettabile. Sia in considerazione del caro vita che aggredisce i redditi dei lavoratori sia in relazione ai profitti che incessantemente incassa Amazon. Non dimentichiamo la grande opportunità del Covid (tale si è rilevata la pandemia per Amazon) quando era possibile fare acquisti quasi esclusivamente on line. Ma chi faceva i pacchetti non era on line!”, commenta il sindacato.
“Un’azienda che nemmeno paga le tasse in Italia ha realizzato extraprofitti che nessuno ha intaccato e che non ha voluto e non vuole condividere nemmeno con i lavoratori. Se altre organizzazioni sindacali del comparto logistico (in tutti gli altri magazzini Amazon applica il CCNL della logistica) hanno accettato con soddisfazione la “revisione retributiva” che con un aumento del 3% allinea le retribuzioni a quelle di Castel San Giovanni, noi riteniamo che ai lavoratori Amazon si debba di più”.
Le richieste
Chiediamo:
- Una somma una tantum in buoni benzina e buoni pasto superiore a quella del 2022 che fu di 500 €.
- L’aumento del ticket pasto da 7 a 8 € giornalieri
- La concessione di un abbonamento Amazon Prime gratuito per ogni dipendente (non avrebbe alcun costo per l’azienda)
Nell’incontro del 26 settembre scorso UGL Terziario ha manifestato all’azienda la propria insoddisfazione ed ha chiesto un incontro a breve per rivedere l’accordo e dare di più ai lavoratori.
La mobilitazione
La mobilitazione, che comincia con l’inizio del picco di lavoro di fine anno, durerà finché l’azienda non muterà il suo atteggiamento accettando di raccogliere quelle proposte di civiltà del lavoro che vanno nella direzione della partecipazione dei lavoratori all’impresa. Non si chiedono regali ma almeno un premio aziendale a fronte di obiettivi concordati con l’azienda e che darebbero luogo a miglioramenti economici solo se raggiunti. I lavoratori offrono impegno e chiedono meritocrazia. Amazon risponde con i “livellamenti retributivi”.
E’ solo l’inizio di una mobilitazione alla quale chiederemo adesione anche ai colleghi cui è applicato il CCNL logistica attraverso UGL Servizi e Merci che già è presente ed attiva in diversi magazzini.
DOMANI SCIOPERO DI CGIL, CISL E UIL
Sciopero di “tutti i lavoratori, diretti e “somministrati” di Amazon a Castelsangiovanni (Piacenza) per l’intera giornata di mercoledì 11 ottobre. Così si legge in un volantino distribuito in queste ore nello stabilimento Amazon di Castelsangiovanni (Piacenza) e firmato da Filcams Cgil, Nidil Cgil, Fisascat Cisl, Felsa Cisl, Uiltucs Uil e Uiltemp di Piacenza dopo un’assemblea convocata dai sindacati che ha deciso per l’astensione del lavoro.
“Il nostro lavoro vale più dell’1% di aumento proposto dall’azienda”, denunciano i sindacati. “Abbiamo ricevuto dinieghi rispetto all’aumento dei buoni pasto e all’allargamento del welfare aziendale, inoltre – proseguono Cgil Cisl e Uil – l’azienda non ascolta i lavoratori sulle criticità su salute e sicurezza. Registriamo poi continue contestazioni per motivi del tutto futili e pretestuosi”. I lavoratori “pretendono il giusto rispetto per chi, tutti i giorni, contribuisce alla crescita di Amazon”. Lo stato di agitazione è stato proclamato il 27 settembre ma nessun passo avanti in direzione dei lavoratori è stato fatto da allora.
Cosi si è arrivati alla proclamazione di sciopero, previsto per domani, mercoledì 11 ottobre, per l’intera giornata di lavoro.
Il presidio
Un presidio è stato convocato di fronte ai cancelli dello stabilimento Amazon MXP5 di Castelsangiovanni dalle ore 9:00 alle ore 12:00 di mercoledì 11 ottobre (via Dogana Po, 4/A).
In un periodo come questo che sta segnando le economie personali e familiari delle lavoratrici e dei lavoratori dovuto al caro-prezzi dei beni primari, del carburante, di luce e gas, con il conseguente grande guadagno di pochi a fronte dei seri disagi che gravano sulle persone che nel lavoro trovano la loro unica fonte di sostentamento rende ancora più inaccettabile l’atteggiamento di Amazon che, testuali parole, si pone “l’obiettivo di essere la miglior azienda in cui lavorare”.
Sempre tenendo a mente questo nobile obiettivo ci preme sottolineare il disagio che i comportamenti manageriali, le tante lettere di contestazione inviate, sempre più spesso, per motivi molto futili e che generano stress e insicurezza nei lavoratori, la gestione non sempre comprensibile delle tematiche di salute e sicurezza e dell’infermeria e la mancanza di un regolamento aziendale stanno causando ai dipendenti dell’Azienda.
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