AGGIORNAMENTO – Ai sindacati risponde la stessa azienda. Di seguito la nota di Amazon.
“Rispettiamo il contratto collettivo e abbiamo adeguato le retribuzioni confermando la nostra competitività rispetto al mercato. Rivediamo regolarmente le retribuzioni dei nostri dipendenti per assicurarci di offrire stipendi e benefit competitivi rispetto a lavori simili. Le retribuzioni di ingresso per i dipendenti del centro di Castel San Giovanni erano già più alte rispetto ai nuovi livelli retributivi appena comunicati per gli altri siti. Infatti, dall’aprile 2024, i dipendenti di Castel San Giovanni beneficiano di retribuzioni superiori rispetto al resto della rete logistica Amazon Italia. Il passaggio al nuovo CCNL Logistica e Trasporti avvenuto a ottobre 2024, ha avuto la finalità di armonizzare le condizioni contrattuali tra tutti i magazzini di Amazon Italia Logistica.
A decorrere da gennaio 2025 la retribuzione di ingresso di tutti i dipendenti della rete logistica, anche a seguito dell’aggiornamento previsto dal rinnovo del CCNL Trasporti e Logistica, è stata aumentata a 1.876,56 euro mensili lordi, ovvero 141,28 euro più alta rispetto alla nuova retribuzione di ingresso determinata dal 5° livello del CCNL.
Di fatto, la retribuzione di ingresso dei nostri dipendenti con la qualifica di operaio, anche in virtù di un inquadramento mediamente più elevato rispetto al settore, è più alta dell’8% rispetto alla retribuzione media del comparto della Logistica. Inoltre, sempre come migliore condizione rispetto al mercato, i nostri operatori di magazzino ricevono un primo aumento dopo soli 12 mesi di lavoro e vengono promossi al livello superiore dopo 24 mesi di lavoro.
L’insinuazione che gli investimenti nel sito di Castel San Giovanni possano essere collegati o compensati attraverso il contenimento delle politiche retributive è totalmente priva di fondamento. Gli investimenti nel sito fanno parte di una strategia di business a lungo termine, completamente separata e indipendente dalle politiche retributive, seguono percorsi e logiche distinte, rispondendo a obiettivi diversi: il primo all’ottimizzazione del servizio, il secondo alla valorizzazione dei nostri dipendenti.”
Aperto lo “stato di agitazione” ad Amazon Castelsangiovanni: “Su 60 siti in Italia qui non vogliono applicare aumenti contrattuali che pretendono siano assorbiti dai superminimi. E’ inaccettabile”. Così i segretari generali di Piacenza di Filt Cgil, Massimo Tarenchi, Fit Cisl, Salvatore Buono e Uiltrasporti, Constantin Craciunescu rendono nota l’apertura della mobilitazione per il sito piacentino della multinazionale del secondo uomo più ricco del pianeta.
Dopo un lungo confronto, a ottobre 2024 il magazzino Amazon di Castelsangiovanni è passato dal CCNL del Commercio al CCNL Merci e Logistica, allineandosi agli altri 60 siti Amazon in Italia tra Logistica e Transport. Il 6 dicembre 2024 è stato rinnovato il CCNL e, dal 1° gennaio 2025, è prevista la prima tranche di aumenti salariali, con un incremento medio di circa 110 euro.
“Amazon ha una politica aziendale per la quale si ricorre all’istituto dei superminimi che portano le retribuzioni sopra la media del comparto, e tra l’altro a Castelsangiovanni grazie alle conquiste sindacali di questi anni le condizioni sono anche leggermente di maggior favore su questo tema – spiegano i sindacati -. Fatta questa premessa, è inaccettabile che l’azienda intenda assorbire gli aumenti contrattuali all’interno di questi superminimi, con il risultato che i lavoratori non percepirebbero alcun reale incremento salariale. Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti denunciano questa operazione, che di fatto scaricherebbe il costo degli aumenti sui lavoratori stessi, erodendo i superminimi.
Da mesi sono in corso incontri serrati per risolvere questo e altri nodi contrattuali del sito di Castelsangiovanni. Su alcune questioni si sono trovate soluzioni, ma su questo punto la trattativa è ancora aperta. La vertenza aperta dai sindacati punta a garantire che gli aumenti contrattuali vengano riconosciuti sulla paga base e non assorbiti dai superminimi. “Dopo una trattativa nazionale, è stato trovato un accordo con Amazon Logistica e Amazon Transport per applicare questa misura su tutti i 60 siti. Ma c’è un problema: a Castelsangiovanni l’accordo non viene applicato” spiegano le parti sociali.
Non vorremmo che questa scelta fosse legata al recente investimento di 13 milioni di euro nel magazzino. Se l’azienda decidesse di compensare il costo dell’investimento tagliando gli aumenti contrattuali, il risparmio sarebbe di oltre un milione di euro l’anno, di fatto a carico dei lavoratori.
“Siamo stanchi dell’atteggiamento delle multinazionali che di fronte a legittime richieste sindacali minacciano la chiusura. E’ un atteggiamento che non porta da nessuna parte” concludono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti
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