Cronaca Piacenza

Allevamento abusivo di felini in Val Nure, interviene ENPA: guadagni per 60 mila euro in due anni “in nero” e regole non rispettate

Si trova in Val Nure l’allevamento di felini oggetto del controllo delle guardie dell’ENPA, controllo scaturito proprio dalla segnalazione dei proprietari dell’allevamento che avevano fatto un Esposto per l’appropriazione indebita di due gatti razza Maine Coon. Durante le verifiche le Guardie zoofile di ENPA si sono rese conto che qualcosa non tornava nella versione dei proprietari.

L’apparenza inganna “Di primo acchito sembrava un allevamento con tutti i crismi, gatti ben tenuti tutti accompagnati con il loro pedigree, microchip e con tanto di contratti di vendita per ogni felino” Così descrive il Capo Nucleo delle Guardie dell’ENPA Bravaccini Michela lo stato dei fatti all’epoca riscontrati “ Ma una volta lasciato il sito dell’allevamento con determinate informazioni abbiamo deciso di effettuare degli accertamenti approfonditi per capire quale fosse la reale situazione”. Ad occuparsene sono state le Guardie Enpa Cristiano Ferrari, Rosanna Cotzia e Michela Bravaccini.

Numeri da fabbrica, gli accertamenti durati alcune settimane, hanno portato a scoprire che la produzione di questo allevamento andava ben oltre il numero consentito, a livello amatoriale, sia di fattrici che di cuccioli annui, ovvero  6 fattrici, 1 maschio da monta, 14 cuccioli ancora in “casa”, contratti di vendita le cui cifre andavano dai 400 agli 800 euro per ogni felino, quasi 100 nuovi nati – felini – in meno di due anni e mezzo.

“Facendo  un calcolo approssimativo al ribasso si può parlare di un indotto economico di circa 60.000 euro In poco più di 2 anni,  il tutto senza produrre nessun tipo di fattura e/o ricevuta fiscale, senza  SCIA, Registro di carico e scarico o anche solo un veterinario e responsabile dell’ allevamento. Per avere un quadro più dettagliato” continua la nota di Enpa” abbiamo richiesto ed avuto l’aiuto delle Sezioni e dei Nuclei di Enpa Parma, Enpa Milano ed Enpa Roma”.

Visto e considerato quanto riscontrato, le Guardie hanno proceduto non solo a sanzionare gli allevatori per le infrazioni di Legge di loro competenza per un ammontare di 750.00 Euro,ma hanno trasmesso il fascicolo per eventuali infrazioni sanitarie, profilassi e i procedimenti al seguito, agli Uffici ASL Sanità animale Piacenza, mentre per le eventuali irregolarità che concernono l’attività commerciale, gli indotti economici, l’interruzione o regolarizzazione dell’allevamento gli Atti sono stati trasmessi agli  Uffici della Guardia Di Finanza.

 Un po’ di regole la L.R. 5/2005 delinea chiaramente le caratteristiche di un allevamento professionale ove “allevamento di cani e gatti” si intende la detenzione di cani e di gatti in numero pari o superiore a tre fattrici o dieci cuccioli l’anno. Se tale attività è svolta fini di lucro rientra nelle attività di cui al comma 1” ove vi è commercio di animali a scopo di lucro, “Se tale attività è svolta a fini amatoriali e non a fini di lucro, chi la esercita deve presentare una dichiarazione presso i Servizi veterinari delle Aziende usl competenti per territorio”. 

 “Gli allevamenti abusivi sono un vero e proprio disastro per quel che riguarda il benessere degli animali. Sebbene in questo caso la salute dei felini non fosse compromessa, nella stragrande maggioranza dei controlli effettuati là dove vi è vendita abusiva di cuccioli, essa è fatta da persone che cercano il guadagno sulla pelle degli animali, usano gli stessi senza il minimo rispetto, senza conoscere la loro etologia, violando Etica e Leggi, solo ed esclusivamente come macchine riproduttrici che quando non funzionano bene si buttano via. D’ora in avanti invieremo sempre per le competenze di Rito i fascicoli su questi “allevatori” sia agli Uffici dell’ASL che alla Guardia di Finanza” Conclude il Capo Nucleo delle Guardie zoofile dell’ENPA.

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