Allergie, in aumento i casi a Piacenza. La Dottoressa Savi: “Sui pollini influisce il cambiamento climatico”. Solitamente il momento più difficile dell’anno è quello primaverile, ma negli ultimi tempi la situazione è cambiata con i sintomi che durano più a lungo e colpiscono anche i bambini piccoli.
I primi pollini – commenta la Dottoressa Allegologa piacentina Eleonora Savi cominciano già a fine gennaio con le Cupressacee che da noi sono più presenti, rispetto a dieci anni fa, perché sono stati piantumati nei giardini dei cipressi Arizona, che mandano nell’area molto polline. Poi è aumentata sicuramente la presenza di betulle, carpini e ontani, che è un po’ il polline di questo periodo. Inoltre ci sono le graminacee che rispetto ad anni fa hanno anticipato il periodo. Solitamente ho sempre dato indicazione di prendere l’antistaminico verso metà o fine aprile, mentre adesso consiglio di anticipare almeno 15 giorni.
Sì, i pazienti allergici sono in aumento, ma non tutti con sintomi severissimi. Diciamo che in molti casi ormai il paziente sa come agire anche con il consiglio del farmacista, quindi si reca dallo specialista il cittadino che ha la sintomatologia meno controllata o che fa un po’ di fatica a respirare, per un problema d’asma.
L’aumento delle allergie non è solo legato agli inalanti. E’ vero è aumentata la concentrazione pollinica ma abbiamo anche un polline più irritante in virtù delle polveri sottili e degli inquinanti atmosferici. Quindi paradossalmente il paziente allergico sta peggio in città che in aperta campagna dove magari c’è anche più polline. Però la pianta sotto lo stress dell’inquinamento produce anche più polline. Quindi è chiaro che se c’è una concentrazione più alta il paziente è più disturbato.
Esatto. I bimbi, prima si diceva che non soffrissero di allergie prima dei tre anni, mentre adesso vediamo degli allergici al polline, agli acari o al gatto anche prima dei due anni. In particolare però i piccoli hanno anche tante allergie alimentari.
Per quanto riguarda i pollini, gli inalanti sì, ma per quanto riguarda gli alimenti no, c’è un altro motivo che probabilmente porta i bambini a sviluppare così tante allergie alimentari, tipo verso la nocciola, la noce o il pesce.
Sono legati al sistema immunitario che 60 anni fa, in una vita più rurale, avevamo più infezioni con meno cure di antibiotici. Quindi il sistema immunitario era molto impegnato a difendersi, ad esempio, dalla salmonella che prendevamo perché non ci lavavamo tanto le mani. Adesso, in una vita così igienicamente perfetta o quasi, abbiamo un sistema immunitario che non ha più nulla da fare contro i batteri e quindi si attiva verso i pollini, verso gli alimenti in senso allergico.
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