Allarme denatalità a Piacenza: “Il Sistema-Piacenza deve subito fare attenzione al fenomeno della denatalità e del declino demografico del nostro territorio”. Michele Vaghini, segretario generale CISL Parma Piacenza fa alcune considerazioni in merito agli ultimi dati demografici “Sappiamo tutti troppo bene che meno popolazione significa meno ricchezza prodotta e significa un calo della domanda interna che può essere penalizzante in una fase complessa come l’attuale”, fa notare il segretario della CISL, per spiegare il suo stupore di fronte al fatto che il tema sia spesso solo sfiorato dal dibattito generale.
“C’è motivo di preoccupazione per la tenuta sociale della comunità piacentina, ma ad essere avvertiti per primi, anzi già in atto, sono gli effetti economici: pensiamo a tante piccole realtà, del commercio, ma anche produttive, artigianali, che da una popolazione più numerosa riceverebbero un impulso positivo”. C’é poi il tema legato alla conciliazione vita lavoro, al maggior supporto che dovrebbero avere le famiglie nella gestione dei figli ed alla rimodulazione degli orari dei servizi delle citta’. La gestione dei figli è spesso affidata ai nonni (per chi ce li ha) o alle donne che sono costrette a dover decidere tra carriera e famiglia. Questo è un tema fondamentale che non si può più ignorare. Dopo l’allarme a febbraio per I dati diffusi dal Sole 24 ore (“A Piacenza nascite calate del 17% in vent’anni. In crescita fino al 2008, poi il crollo”) i numeri che i nuovi dati parlano di una demografia “inchiodata”, nel 2021, in provincia di Piacenza, al +0,1%, pari a 242 residenti in più, debolissima variazione rispetto al 2020 (l’anno della pandemia, che ha causato la contrazione dei livelli di popolazione più elevata degli ultimi 10 anni).
Gli stranieri residenti risultano in leggero aumento di 454 unità rispetto all’anno precedente (+1,0%). La popolazione di nazionalità italiana cala invece a livello provinciale dello 0,1% rispetto al 2020 (212 residenti in meno) “Una demografia debole. Lo era prima del Covid e ora di più. “Bisogna intervenire per tempo o poi sarà molto difficile recuperare il terreno perduto- prosegue Vaghini: Le previsioni da qui al 2070, dicono che la popolazione italiana potrebbe passare da 59,2 a 47,6 milioni. Il calo dei nuovi nati, non in grado di compensare i decessi, è controbilanciato solo grazie all’immigrazione.Il tasso di fecondità nazionale è pari a 1,24 e a Piacenza è in linea, cioè uno dei più bassi del mondo. Aumentano gli anziani e l’età e in percentuale molto significativa i grandi anziani ultranovantenni.
Le nostre proposte vogliono dare più peso al numero di figli nella determinazione dell’Isee ma soprattutto certificare Comuni e le aziende che fanno politiche di conciliazione lavoro-famiglia, promuovere cioè localmente misure strutturali a sostegno della maternità e paternità, a partire da una potenziata rete di servizi per l’infanzia. In questo, la contrattazione aziendale ancora oggi minoritaria nel panorama lavorativo piacentino e nazionale, può essere un elemento che aiuta a gestire il problema. Parlo per esempio di asili aziendali o di flessibilità oraria per chi ha figli da accudire. E parlo anche di tutto il sistema di enti bilaterali presenti sul nostro territorio, e non solo, che possono dare alcune risposte in termini di sostegno alla genitorialità”.
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