Ultimamente sono stati segnalati bocconi avvelenati in alcune zone della città frequentate dai proprietari di cani: alcuni cani, dopo aver mangiato un boccone avvelenato, sono stati male e, portati dal veterinario, si sono salvati per un pelo.
Per fornire una risposta efficace, è stata organizzato dal Comando Provinciale di Piacenza e dai Carabinieri Forestali di Parma, un intervento congiunto, inserito in una più ampia campagna di prevenzione e controllo delle aree urbane ed extra-urbane, per combattere l’uso del veleno contro la fauna.
Diverse le motivazioni che possono essere alla base di questa pratica illegale e pericolosa: i bocconi avvelenati vengono usati in zone rurali a fini venatori per eliminare i predatori delle specie cacciabili, o con l’idea di difendere colture e bestiame da cinghiali, volpi e lupi. Tuttavia, in aree urbane spesso gli obiettivi sono cani e gatti, per lo più in conseguenza di contrasti di vicinato. In ogni caso, le ripercussioni dell’uso dei bocconi avvelenati spesso vanno ben al di là delle finalità dell’avvelenatore e possono risultare pericolosi anche per l’uomo, perché le esche sono preparate con veleni, come topicidi, e prodotti fitosanitari.
Un sopralluogo per individuare eventuali esche avvelenate o pericolose è stato effettuato il 19 gennaio 2023 dall’unità cinofila antiveleno dei Carabinieri Forestali di Parma.
Per l’intera mattinata Alma, un labrador in divisa, insieme al suo conduttore, ai carabinieri forestali, ed ai colleghi del Comando Provinciale di Piacenza, è entrato in azione nei giardinetti di Via Marzioli alla Besurica, nel parco Montecucco in città, e in località Roncaglia dove recentemente è stata ritrovata fauna selvatica avvelenata. È opportuno, infatti, ricordare che cadono vittima di esche avvelenate sia gli animali domestici che esemplari di fauna selvatica perché il veleno non è selettivo. Il suo uso miete sia vittime-bersaglio, generalmente cani e gatti, che vittime “collaterali”, alle quali non era destinato il veleno ma che si sono cibate di quei bocconi come appunto “carnivori selvatici”.
Il controllo, poi, è stato esteso anche alla vicina pista ciclabile che inizia dal parco Montecucco e alle strade circostanti, permettendo, così, la bonifica di quelle zone dove, fortunatamente, il cane specializzato non ha trovato esche o bocconi avvelenati.
Il rilascio sul territorio di bocconi avvelenati costituisce grave violazione di natura penale al pari di altre forme di bracconaggio ed occorre quindi sensibilizzare profondamente la coscienza di tutti, in quanto l’utilizzo di bocconi avvelenati, oltre che pericoloso, è illecito. Sono previste specifiche sanzioni penali e si configurano inoltre, a seconda dei casi, ulteriori ipotesi di reato previste dal Codice Penale e dalla normativa che tutela gli animali d’affezione. Ricordiamo che in caso di ritrovamento di un presunto boccone avvelenato (o sospetto decesso di animale per tale causa), si devono contattare i Carabinieri Forestali che provvederanno ad eseguire gli accertamenti del caso ed attivare le dovute procedure.
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