Parte subito nel migliore dei modi la seconda edizione del Festival del Pensare Contemporaneo. In piazza Cavalli una sfilata di ospiti accolti dalle autorità piacentine e dai curatori della manifestazione, Andrea Colamedici e Alessandro Fusacchia. La giornata è iniziata con la grande parata: un cielo azzurro trasportato dai rappresentanti dell’amministrazione, dagli organizzatori e dai tantissimi volontari di ogni età che hanno scelto di supportare la kermesse.
“Il festival è un momento in cui le persone stanno insieme fisicamente. Noi quest’anno cominciamo con una parata cittadina, una camminata, un attraversamento, proprio perché noi siamo tutti convinti che si pensa con la mente, in realtà si pensa con i corpi e per pensare bene insieme i corpi devono stare insieme. Quindi questo elemento di fisicità per noi è fondamentale”, spiega Alessandro Fusacchia.
“Piacenza è un posto meraviglioso dove puoi organizzare un festival con 80 eventi, 160 ospiti in tre giorni, 14 location, ognuna diversa, ognuna con la sua luce, la sua intimità, la sua architettura e tutti a dieci minuti a piedi l’una dall’altra. Quindi le condizioni civiche, cittadine ci sono. L’altro elemento fondamentale, io l’ho raccomandato già l’anno scorso, è che ovviamente ognuno è tentato di andare ad ascoltare le cose con cui si sente più affine, che sono quelle per cui ha passione, magari quelle su cui si sente anche più preparato”.
“L’invito è che siccome è un festival così vario e c’è una vasta offerta culturale proprio per tutti questi appuntamenti, l’incoraggiamento è incuriosirsi pure di una cosa un po’ diversa, di andare a scoprire anche qualche cosa che sentiamo più distante”.
“Il senso di questo festival è proprio quello di entrare un po’ più nello specifico dei temi, perché oggi corriamo tutti, perché è tutto con titoli spot veloci, senza entrare nel profondo delle tematiche. Quindi avere l’opportunità di farlo anche con delle menti, con delle persone che nei loro campi hanno raggiunto dei livelli molto alti, credo che sia una grande opportunità. La cosa più bella sono i ragazzi, il loro coinvolgimento, il coinvolgimento delle scuole e il fatto di pensare, di lasciare un seme affinché poi ognuno si faccia la sua opinione sui vari temi, ma che almeno abbia avuto l’occasione di ascoltare qualcuno di particolare all’interno di un particolare settore”. E’ il commento del sindaco, Katia Tarasconi.
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