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Diecimila agricoltori al Brennero per fermare il “fake in Italy”. Gallizioli di Coldiretti Piacenza: “Basta inganni ai consumatori” – AUDIO

Diecimila agricoltori al Brennero per fermare il “fake in Italy”. Roberto Gallizioli di Coldiretti Piacenza: “Basta inganni ai consumatori”.  

Presenti alla protesta pacifica al confine tra Austri a e Italia anche 150 agricoltori del territorio per fermare l’invasione di cibo straniero spacciato per italiano. Altri 50 piacentini saranno al Brennero domani. A guidarli, insieme ai delegati confederali Giovanni Benedetti e Allaria Olivieri, è il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli.

La protesta

L’obiettivo è arrivare a un milione di firme per dire basta ai cibi importati e camuffati come italiani e difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori. In particolare estendendo l’obbligo dell’indicazione di origine in etichetta a tutti i prodotti alimentari in commercio nell’Ue. Parte dal Brennero la grande mobilitazione della Coldiretti per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola. Proposta sostenuta da diecimila agricoltori che, grazie alle operazioni delle forze dell’ordine vedranno verificare il contenuto di tir, camion frigo, autobotti.  

Vogliamo commenta Roberto Gallizioliche venga posto con chiarezza sull’etichetta quello che è il cibo italiano e si distingua dagli altri prodotti. E’ un tema molto dibattuto in Europa. Noi abbiamo assolutamente necessità che venga introdotto il principio della reciprocità. Ovvero i prodotti che arrivano in Italia abbiano le stesse condizioni, caratteristiche e obblighi che hanno i nostri prodotti italiani. Quindi siamo sul Brennero per dare più forza al made in Italy”.

Due giorni di protesta anche per gli agricoltori piacentini

“Sì, siamo qui oggi e domani, 8 e 9 aprile. E’ una manifestazione pacifica. Non ci saranno blocchi autostradali, ma solo controlli con le forze dell’ordine sull’origine dei prodotti”. 

L’Unione Europea comincia a percepire l’umore di certi stati membri su questi temi?

I segnali sono incoraggianti. Altri stati stanno vivendo la nostra situazione. Penso che questo sia di buon auspicio per un futuro europeo che metta sempre di più al centro l’agricoltura con i suoi valori e la sua cultura di identità. 

Quanto è aumentata la concorrenza sleale?

“A dismisura. Noi dobbiamo pensare al reddito dei nostri agricoltori e di tutto il settore agro alimentare che va in sofferenza in questo caso”.

Agricoltori al Brennero, Gallizioli direttore di Coldiretti Piacenza: AUDIO INTERVISTA

Presidio

Al presidio partecipa il presidente nazionale di Coldiretti Ettore Prandini e oltre 2000 agricoltori provenienti dall’Emilia-Romagna, guidati dal Presidente regionale di Coldiretti Nicola Bertinelli e dal Direttore, Marco Allaria Olivieri.

La campagna potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly.

Dinanzi all’invasione di prodotti stranieri che mettono a rischio la salute dei cittadini e il futuro dell’agroalimentare tricolore Coldiretti chiede anche maggiori controlli per bloccare le truffe a tavola. Basti pensare ai recenti casi di patate straniere vendute come italiane o dei falsi carciofi brindisini di provenienza africana, o dell’olio di semi venduto ai ristoranti romani come extravergine. I valichi e i porti – denuncia Coldiretti – non possono continuare ad essere un colabrodo da cui passa di tutto.   

E’ necessario anche lo stop all’importazione di cibo trattato con sostanze e metodi vietati in Europa, come il grano canadese fatto seccare in preraccolta col glifosato, affermando il rispetto del principio di reciprocità: gli obblighi che vengono imposti ai produttori italiani devono valere anche per chi vuole vendere nel mercato europeo.

La mobilitazione della Coldiretti rappresenta anche una risposta all’attacco arrivato dalla Corte dei Conti Ue nell’Audit concluso lo scorso dicembre in merito ai decreti italiani sull’etichettatura d’origine per pasta, riso, derivati del pomodoro, latte e formaggi, salumi, considerate ostacoli al libero commercio nonostante l’elevato e legittimo interesse dei consumatori a conoscere l’origine della materia prima di quanto mette nel piatto.

E pesa anche l’esclusione dalla Direttiva Breakfast di prevedere l’obbligo dell’indicazione di origine per succhi di frutta e marmellate, inizialmente inserito e poi bocciato in fase di Trilogo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue.

Ettore Prandini

“Il Brennero è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini Chiediamo sia una priorità della nuova Commissione Ue e del nuovo Parlamento dopo le elezioni europee”. 

STOP A PRODOTTI STRANIERI SENZA REGOLE

Oltre otto italiani su 10 (83%) chiedono lo stop alle importazioni di prodotti agroalimentari che non rispettano le stesse regole di quelli italiani in materia di sicurezza alimentare, ambientale e di tutela del lavoro. E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti/Ixe’ diffusa al Brennero, con diecimila agricoltori, guidati dal presidente nazionale Ettore Prandini, che nei due giorni giungeranno alle frontiere per difendere la salute dei cittadini e il reddito delle aziende dall’invasione di cibo straniero che finisce spesso sulle tavole spacciato come italiano. Al presidio partecipano anche oltre 2000 agricoltori provenienti dall’Emilia-Romagna, guidati dal Presidente regionale di Coldiretti Nicola Bertinelli e dal Direttore, Marco Allaria Olivieri.

Per l’occasione è stata allestita la tavola del “fake in Italy”, l’italian sounding di casa nostra, con un vero e proprio menu dal primo al dolce fatto con lasagne alla bolognese, arrosticini abruzzesi, lenticchie umbre tutto di provenienza estera.

Con l’avvio della raccolta di firme per una legge europea di iniziativa popolare sull’obbligo di etichettatura dell’origine di tutti i prodotti in commercio, Coldiretti punta a smascherare il fenomeno degli alimenti importati e camuffati come italiani grazie a minime lavorazioni, rivedendo il criterio dell’ultima trasformazione sostanziale. 

Ma la raccolta di firme, che potrà essere sostenuta firmando in tutti i mercati contadini di Campagna Amica e negli uffici Coldiretti e sarà promossa anche sui social media con l’hashtag #nofakeinitaly, punta anche a mettere finalmente in trasparenza – continua Coldiretti – tutti quei prodotti che sono ancora oggi anonimi e che rappresentano circa un quinto della spesa degli italiani e includono alimenti simbolo a partire dal pane. Su pagnotte e panini non vige, infatti, l’obbligo di indicare l’origine del grano impiegato, come accade per la pasta. E lo stesso vale per tutti i derivati come biscotti, fette biscottate crackers e simili.

Del tutto anonimi anche i legumi in scatola, magari venduti in confezione con colori o segni che richiamano l’italianità – rileva Coldiretti – così come le confetture di frutta o di verdura trasformata, come marmellate e sottoli.

Niente etichetta d’origine anche per ortaggi e frutta di IV Gamma e noci e pistacchi sgusciati, per i quali dovrebbe però aprirsi uno spiraglio dal prossimo anno, né per carne di coniglio e di cavallo. Restano inoltre completamente anonime le portate sui menu dei ristoranti.

“Dobbiamo dire basta alla concorrenza sleale, fermare i cibi contraffatti che passano dalle frontiere e dai porti europei – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – La nostra mobilitazione, in continuità con il lavoro fatto a Bruxelles in questi mesi, prosegue a difesa del reddito degli agricoltori e a salvaguardia della salute dei cittadini”.

Coldiretti Piacenza, la pagina Facebook.

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