“Un esempio di dono”. Così è stato definito il progetto “Nutrire di cibo e conoscenze le comunità di Moroto e Napak” che Africa Mission Cooperazione e Sviluppo ha presentato all’università Cattolica di Piacenza nell’ambito del “Dono Day”.
Alla base c’è un libretto, intitolato “Ci vuole un seme”, realizzato da Africa Mission e Medici con l’Africa Cuamm (che sostiene il progetto finanziato da Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e promosso anche da Università Cattolica di Piacenza, Informatici Senza Frontiere, Azienda ospedaliera universitaria Meyer, Choose life home base care e governo locale distrettuale di Moroto e Napak): a essere raccolte sono le testimonianze di alcuni beneficiari del progetto, uomini e donne di età e villaggi diversi che raccontano le loro storie, il loro passato e il loro presente, le criticità ma anche i benefici che hanno avuto dal programma.
Il libretto è stato presentato nel corso dell’incontro in Cattolica, che ha visto intervenire nella prima parte il docente della Cattolica Vincenzo Tabaglio, più volte in missione in Uganda con il collega Giuseppe Bertoni proprio per verificare gli sviluppi del progetto: “Ci sentiamo particolarmente in sintonia con Africa Mission che in quasi 50 anni di attività si occupa di acqua, ma anche di agricoltura – spiega Tabaglio – lo fa in Karamoja dove è attivo un progetto rurale che è un esempio di dono”.
“Dopo un primo periodo in cui portavamo solo generi alimentari, ci si è resi conto che non bastava: bisognava aiutare anche in altro modo – spiega il presidente di Africa Mission don Maurizio Noberini – così sono nati i progetti nati per accompagnare le persone e i villaggi”.
A delineare i numeri del progetto per quanto riguarda l’aspetto agricolo e zootecnico è stato il collaboratore del Movimento Lorenzo D’Agosta: “2550 sono le persone coinvolte in un percorso di formazione incentrato sulle figure degli agricoltori modello. 85 ne sono stati formati per istruire i gruppi comunitari sulle tecniche base di agricoltura, allevamento, microcredito e risparmio: alcuni gruppi hanno ricevuto sementi e attrezzi agricoli per la creazione di orti dimostrativi dove applicare le abilità apprese, ad altri sono stati consegnati piccoli animali da allevare”.
L’aspetto sanitario del progetto è stato invece presentato da Simone Cadorin di Medici con l’Africa Cuamm, ong attiva in otto Paesi fra cui l’Uganda: “I principali obiettivi del nostro intervento sono stati: migliorare le conoscenze relative alle buone pratiche sanitarie e nutrizionali e conoscere gli attori locali nel pianificare e monitorare gli interventi sanitari – spiega – attraverso i 9 gruppi formati e incontrati periodicamente si è messo a punto un programma di formazione su nutrizione materno-infantile in età evolutiva, nutrizione e agricoltura, salute infantile, accesso e qualità dell’acqua, igiene generale. In contemporanea sono stati supportati anche 22 centri di salute coinvolti per migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi nutrizionali”.
A chiudere la mattinata sono stati, in diretta dalla sede di Africa Mission di Moroto, il direttore Carlo Ruspantini, il responsabile Paese Pier Giorgio Lappo e i collaboratori Federico Tosca e Akena Geoffy.
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