Venerdì 30 settembre il Comitato Salviamospedale depositerà, al Protocollo Generale del Comune di Piacenza in via Beverora, le firme concernenti l’istanza di convocazione di un pubblico dibattito ai sensi dell’art. 48 dello Statuto del Comune di Piacenza e dell’art. 6 del regolamento per l’esercizio dell’iniziativa popolare.
Sono state raccolte oltre 300 firme, dunque, ben oltre le 200 firme richieste dallo Statuto.
“Il Comitato, con il pubblico dibattito, intende far emergere l’opportunità di valutare la fattibilità e la convenienza per le casse pubbliche di adeguare l’Ospedale esistente ampliando i fabbricati esistenti e le aree nelle immediate vicinanze“, si legge in una nota.
“Nulla vieta, in altre parole, di ottenere un nosocomio del tutto nuovo nell’area dove attualmente è già situato l’Ospedale “Guglielmo da Saliceto”. In questo modo, si otterrebbero vantaggi non paragonabili alla costruzione ex novo di un altro edificio“. In merito a questi vantaggi, il comitato specifica:
- la rigenerazione ed ampliamento degli edifici esistenti eviterebbe di mandare alle macerie un patrimonio stimato in almeno 150 milioni di euro, con tutte le conseguenze che ben conosciamo per gli edifici pubblici abbandonati, ed in particolare, per quelli militari;
A tale somma deve aggiungersi, ovviamente, il costo per la nuova costruzione che, con la lievitazione dei costi nel settore dell’edilizia che tutti conosciamo, non è facile oggi quantificare ma sicuramente supererebbe di gran lunga il finanziamento deliberato dalla Regione (chi ci mette la differenza?), mentre la rigenerazione e l’ampliamento della sede attuale comporterebbe costi di molto inferiori; - il trasferimento dell’ospedale fuori dal tessuto urbano comporterebbe la distruzione di terreni, la necessità di nuove infrastrutture, nuovi mezzi di trasporto pubblico, ed ancora, un disagio per la popolazione che sarebbe costretta a spostarsi in auto, con conseguente aumento dell’inquinamento di cui la nostra città non ha bisogno;
Il trasferimento, che peraltro consisterebbe in un mero rifacimento dei reparti già presenti in Via Taverna (si prevedono infatti solo due/tre sale operatorie in più) richiederebbe almeno dieci anni di tempo. Durante tale periodo, i piacentini, e non solo, sarebbero pertanto costretti ad usufruire di quello che viene erroneamente chiamato il “vecchio ospedale” con tutte le sue criticità; mentre la sede attuale, in poco tempo, potrebbe essere ampliata e rigenerata con nuovi strumenti di diagnosi ed ampi parcheggi oggi mancanti.
Il problema più grave, in conclusione, è quello che concerne il rischio di avere il “vecchio ospedale” sempre più inadeguato ed il nuovo in “attesa di Godot”.
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