Acqua dalla luna, in scena il 24 novembre al Teatro Open Space360 in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Acqua dalla luna

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne l’Associazione di Promozione Sociale Casa Clizia in collaborazione con Manicomics Teatro organizza il primo appuntamento con ACQUA DALLA LUNA. Eventi al Femminile. 

In questa occasione verrà ospitata la presentazione di In questa terra bassa e piatta primo romanzo di Elena Uber, la mostra itinerante Il coraggio è delle donne ideata da Giovanna Palladini che aggiunge un’ulteriore tappa al suo fortunato viaggio e lo spettacolo Più di ieri meno di domani di e con Samantha Oldani per sensibilizzare, con l’aiuto delle operatrici di La città delle donne-Telefono Rosa Piacenza, le giovani generazioni al tema della violenza domestica.

Qui di seguito il programma:

DOMENICA 24 NOVEMBRE 2019

c/o Teatro Open Space360, via Scalabrini 19, Piacenza

ore 18.30: 

presentazione di In questa terra bassa e piatta romanzo di Elena Uber con reading letterario.

A seguire aperitivo con l’autrice e presentazione e proiezione della mostra fotografica ideata da Giovanna Palladini “Il coraggio è delle donne” foto Serena Groppelli, testi Antonella Lenti, sarà presente la fotografa Serena Groppelli

LUNEDÌ 25 NOVEMBRE 2019

c/o Teatro Open Space360, via Scalabrini 19, Piacenza 

EVENTO RISERVATO ALLE SCUOLE 

ore 10:30 

spettacolo teatrale “Più di ieri meno di domani” di e con Samantha Oldani

a seguire dibattito coordinato dalle operatrici di La città delle donne-Telefono Rosa Piacenza 

presentazione e proiezione della mostra fotografica ideata da Giovanna Palladini “Il coraggio è delle donne”, foto Serena Groppelli, testi Antonella Lenti, sarà presente la fotografa Serena Groppelli 

Domenica 24 novembre Acqua dalla luna ha il piacere di ospitare la presentazione con reading letterario del primo romanzo di Elena Uber In questa terra bassa e piatta, Morellini editore, a seguire sarà possibile incontrare l’autrice durante un momento conviviale.

Nel romanzo, in una pianura desolata costellata dall’edilizia anonima che l’ha invasa nel tempo, s’avvicendano tre generazioni tra miseria e rassegnazione, in un vuoto di parola che sembra dar corpo alla impossibilità di riscatto.

Luciana e Adriano s’uniscono per sfuggire un destino segnato dalla follia ma i loro figli, Emilio ed Ester, sembrano di nuovo condannati dalla loro unione a una condizione senza speranza.

Come le specie relitte vegetali che in natura sopravvivono a distruzioni e mutamenti climatici ricomparendo a distanza di anni, così i tratti di questi personaggi ne fanno degli archetipi che attraversano l’umanità intera ripresentandosi in ogni tempo.

Tra violenza, disperazione e inerzia che rischiano di avere la meglio, Ester troverà invece la chiave per aprire la porta a una nuova esistenza.

Elena Uber è nata a Piacenza dove vive tuttora. Lavora da molti anni come medico in un servizio per le dipendenze, dove ha potuto incontrare decine di storie che hanno sollecitato la sua passione per la scrittura: ne sono nati testi teatrali scritti e rappresentati con i pazienti, diversi racconti e questo primo romanzo. 
È coautrice di Nascere. Manuale per la preparazione al parto in acqua (La Meridiana) e Sì viaggiare. Tra memoria e racconto (Pontegobbo).

A seguire verrà proiettata la mostra fotografica ideata da Giovanna Palladini “Il coraggio è delle donne” foto di Serena Groppelli, testi di Antonella Lenti. La mostra propone ritratti al femminile che raccontano, senza prosopopea, quanto di femminile ci sia nella resistenza quotidiana del vivere in una società di cui la donna fa parte integrante ma tante volte è occultata. Il coraggio delle donne si racchiude nella loro quotidianità di vita, è questa l’idea alla base del progetto di Giovanna Palladini e degli scatti della fotografa Serena Groppelli. 

Lunedì 25 novembre in un evento riservato agli istituti superiori della città andrà in scena lo spettacolo “Più di ieri meno di domani” di e con Samantha Oldani, sulla tematica della violenza domestica, a seguire gli studenti saranno coinvolti in un dibattito sull’argomento coordinato dalle operatrici di La città delle donne-Telefono Rosa Piacenza e verrà presentata e proiettata la mostra “Il coraggio è delle donne” alla presenza della fotografa Serena Groppelli.

Lo spettacolo PIU’ DI IERI MENO DI DOMANI. Partitura per attrice sola e per violino

di e con Samantha Oldani, al violino Paolo Costanzo, vede una donna sola in scena raccontare la sua favola d’amore, non ha bisogno di altro, dice, un matrimonio perfetto nella scatola perfetta della sua casa. Tutto racchiuso lì con lei. La voce del marito divide la sua routine quotidiana, una presenza continua, che non l’abbandona mai. Una voce senza parole, solo melodie. Sembra una meravigliosa promessa d’amore.

A ben sentire però sembra che soltanto Lei abbia parole da dire, Lui è solo suono, quello del violino, che seduce o fa sussultare, ma comunque ripetitivo, senza la forza della ragione e incapace di comunicare.

Chi guarda è al di là delle pareti, curiosi occasionali che possono spiare dalla serratura solo stralci di ciò che accade, o allungare l’orecchio per sentire meglio.

Può diventare fastidioso sentire, scomodo spiare, ma la domanda è: si riesce a decifrare anche dietro un muro il suono della violenza? E poi…Che fare?


Ispirato a storie tragicamente vere, la storia di una donna che sceglie di vivere il sogno di un amore e di una famiglia e si ritrova in una quotidianità fatta di spese da fare, appuntamenti, schiaffi, letti da rifare, calci, paura, scuse, lavoro, urla, regali, minacce. Un viaggio tragico nell’anima di una donna che forse troverà il coraggio di uscire da sé stessa per scoprirsi nuova.

Lo spettacolo nasce dall’incontro con alcune donne vittime di violenza domestica che hanno accettato di condividere con me le loro storie, uniche e nello stesso tempo emblematiche. E’ diventata quindi una necessità raccontare tutte coloro che vivono o hanno vissuto una delle forme di violenza più difficili da sfuggire: quella perpetrata da chi dice di amarti. Allo stesso modo è stato fondamentale far nascere lo spettacolo in una casa privata, non in teatro, ma nel luogo chiuso dove questa violenza si consuma, spesso in silenzio, nell’indifferenza o nell’incredulità degli altri, cercando di capire cosa vuol dire sentirsi prigionieri e senza scampo tra le mura che dovrebbero accoglierti e proteggerti.

-Samantha Oldani –

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