
Da settimane si vociferava su un suo possibile ritorno in società, ma come sappiamo la “fumata bianca” non è arrivata. Pighi, che ha ricoperto anche il ruolo di presidente, non rientrerà nel club di via Gorra, oggi presieduto da Marco Polenghi (Leggi qui). “Parlo a nome mio, di Gatti e di Rigolli – attacca l’ex presidente biancorosso nel corso della conferenza stampa che si è tenuta presso l’Hotel Idea – un primo piano mi vedeva fuori dal Piacenza, con la conformazione attuale, piano evidentemente non sostenuto da Gatti e Rigolli. Un secondo piano a 5, con me, Monti, Gatti, Polenghi e Rigolli, che era quello più fattibile, anche se mancavano circa 120 mila euro, comunque discrepanze risibili. Ed un terzo piano con tutti i soci attuali più Pighi, che però era infattibile. Lunedì sera il secondo piano era stato non solo accettato, ma c’era stata addirittura la stretta di mano. Polenghi mi ha chiesto di fare il presidente, cosa che avrei anche accettato”.
Cosa ha fatto saltare il banco?
“C’è stato un dietrofront di Monti, che ha fatto leva su quei 120 mila euro, una cifra risibile per un club con un budget come questo. In secondo luogo i soci di minoranza, che lunedì sera erano d’accordo ad uscire hanno fatto a loro volta marcia indietro. È evidente che c’é un problema di Polenghi nei miei confronti, in questo modo, un po’ cervellotico, può tenere le redini del Piacenza.”
C’é grande delusione
“Lo ammetto, l’amarezza è tanta, perché ero convinto di poter rientrare e dare una mano concreta al club. Oltretutto il sottoscritto, Gatti Rigolli avevano raggiunto da tempo l’accordo con il tecnico Arnaldo Franzini, che sappiamo perfettamente quanto bene abbia fatto a Piacenza… di noi si fidava, perché ci conosce… “
Uno strappo impossibile da ricucire
“No, impossibile dopo una cosa del genere. È impossibile tornare indietro sia per me, che per Gatti e Rigolli. Una grande occasione persa, per fare calcio servono i soldi, io e i Gatti ci siamo sempre svenati per questi colori. Avrei voluto snellire un club troppo articolato per la D. Servono budget da oltre 3 milioni per 4 o 5 anni se si vuole sperare di fare qualcosa. Il mio futuro? Magari il rugby “
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