“Il messaggio che arriva dagli operai metalmeccanici di Piacenza è chiaro: le aziende devono riaprire il tavolo di trattativa per il rinnovo contrattuale e alle nostre condizioni. L’adesione sul nostro territorio è stata altissima e la partecipazione al presidio sotto la sede di Confindustria ha visto una grande partecipazione. Siamo molto soddisfatti: ora si riapra il tavolo”.
Così, in una nota, le segreterie provinciali di Fiom Cgil, Fim Cisl, e Uilm Uil di Piacenza commentano lo sciopero e il presidio degli operai metalmeccanici piacentini che oggi, mercoledì 11 dicembre, unitariamente, hanno manifestato in via IV Novembre per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro.
Infatti al tavolo si è creata una situazione di stallo, perché a fronte della piattaforma unitaria di Fiom, Fim e Uilm che prevede un incremento dei minimi retributivi di 280 euro nei prossimi tre anni, la parte datoriale ha portato al tavolo una controproposta irricevibile perché non contempla aumenti salariali certi. Mancate risposte sulla stabilizzazione dei contratti di lavoro precari, indisponibilità a ragionare su una riduzione dell’orario di lavoro, “un elemento significativo per affrontare una situazione industriale difficile” spiegano i sindacati dei metalmeccanici sono altri degli elementi di chiusura degli industriali che hanno portato allo sciopero.
“Sono mancati passi in avanti anche su altre importanti parti normative: tra i principali welfare, previdenza, formazione e inquadramento professionale, salute e sicurezza, appalti. Queste sono le basi su cui riaprire il confronto” spiegano Fiom, Fim e Uilm.
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