Confagricoltura Piacenza ha più volte denunciato le predazioni subite dai propri associati effettuate dai lupi negli allevamenti e gli avvistamenti di esemplari per nulla intimoriti dall’uomo, anche in pianura. “Abbassare il grado di tutela del lupo, va nella direzione da noi auspicata, ma non è una notizia sufficientemente buona, perché le tempistiche prevedono anni, prima di arrivare a un possibile contenimento della specie” – a prendere parola è il vicepresidente di Confagricoltura Piacenza Luca Segalini.
“Auspichiamo che il proliferare incontrollato dei lupi non venga trattato con lo stesso immobilismo che ha caratterizzato la gestione degli ungulati, in particolare dei cinghiali”.
Segalini con il fratello conduce l’azienda Casa di Ferro a Rottofreno, alleva bovini da carne e coltiva terreni in collina ed ha anche effettuato tutti i corsi necessari per poter partecipare alle azioni di depopolamento dei cinghiali. “La conta dei cinghiali, malati e sani, non è ancora finita e nei campi li vediamo a branchi numerosi, mentre si discute dove recintare e come depopolare”.
Allevamenti in pericolo
I lupi mangiavano i piccoli di cinghiali, almeno in questo erano nostri alleati, ma da qualche tempo hanno imparato che è più semplice e conveniente servirsi direttamente in allevamento. Gli allevamenti sono aperti, per rispettare le norme del benessere animale e i lupi entrano. Sono predatori senza antagonisti che si moltiplicano due volte l’anno e con il cibo assicurato grazie ai nostri animali. Siamo basiti che siano date per attuali statistiche superate da anni, il numero è esponenzialmente maggiore. Lo dimostrano i casi di predazione e gli avvistamenti”.
Lo testimonia anche Angelo Bozzi che con i fratelli Enrico e Giampaolo conduce l’Azienda Agricola Osteria Vecchia a Borgonovo, con un allevamento di circa 750 bovini. “Noi agricoltori siamo quelli più colpiti – commenta Bozzi – quasi tutte le notti i lupi arrivano alla stalla, abbiamo cercato di chiudere dappertutto, ma non ci riusciamo. Servirebbero delle statistiche veritiere sui casi di predazione in provincia, ma gli agricoltori non denunciano perché l’indennizzo non è sufficiente nemmeno a sopportare il fuoco mediatico che il filone ambientalista puntualmente scatena in difesa del lupo ogniqualvolta si rende nota una predazione”.
“Evidentemente vale più la vita del lupo che quella del vitello”
Dello stesso avviso anche Daniele Modenesi dell’Azienda Montanarina di Borgonovo che a ha condiviso il video in cui si vede un lupo nei campi della zona a fine novembre. “Evidentemente vale più la vita del lupo che quella del vitello – aggiunge Bozzi -. Vedere che i nostri animali vengono dilaniati in quel modo è una sofferenza, oltre che un danno economico. Con tutte le paranoie che ci fanno sul benessere animale, ci troviamo i capi indifesi esposti a questo strazio. Entrano in stalla e fanno cadere bestie da dietro e poi puntano al ventre. Nel 2024 abbiamo registrato almeno una decina di perdite, considerando vacche e vitelli aggrediti insieme a quelli dispersi, perché i più piccoli, dopo averli abbattuti se li portano via”.
E quanto alle dichiarazioni lette circa l’indole schiva del predatore precisa: “Non è vero che non attaccano, perché ormai hanno confidenza con l’uomo. A fine ottobre, durante le semine del grano, mio figlio aveva avvistato due esemplari tra Sarmato e Mottaziana, ha tentato di filmarli col telefonino mantenendosi a distanza di sicurezza e uno l’ha attaccato, si è dovuto rifugiare sul trattore. I primi esemplari sono stati reintrodotti una decina di anni fa e oggi non i numeri corretti sulla popolazione dei lupi non vengono resi noti, ma dell’enorme diffusione ne sono la prova gli avvistamenti quotidiani”.
“Bellissimi, ma sono troppi”
Roberto Ferrari ha l’azienda a Gossolengo: “Anche martedì mattina verso le 7.20 ne ho visti due lungo il Rio Comune. Ne vedo moltissimi nei campi lungo il Trebbia, sono animali bellissimi, ma ce ne sono davvero troppi. Spero che si possa presto cacciarli. Sono un cacciatore, ma ho paura ad andare a caccia perché durante una battuta hanno mangiato i cani dei miei amici, la stessa cosa è successa a diversi altri cacciatori. Non si può lasciali proliferare così. Se oggi un lupo attacca il mio cane e io sparo al lupo, rischio il penale. Non ha senso”.
Interviene sul tema anche il presidente dei giovani di Confagricoltura Anga, Filippo Losi: “Se è vero che ci deve essere un equilibrio, è altrettanto vero che l’uomo lo deve governare responsabilmente, mentre risulta sovvertito perché le nostre aziende sono sotto scacco dalla fauna selvatica che addirittura, nel caso dei lupi, entra in allevamento e nelle corti, mangia bovini e cani. Non ci sentiamo sicuri, dato che non ci possiamo neanche difendere. Non sta nelle logiche della natura che un predatore non venga contenuto da nessuno e possa tranquillamente cibarsi con gli animali da allevamento e d’affezione”.
Iscriviti per rimanere aggiornato!
Compilando i campi seguenti potrai ricevere le notizie direttamente sulla tua mail. Per garantire che tu riceva solo le informazioni più rilevanti, ti chiediamo gentilmente di mantenere aggiornati i tuoi dati.