Rabbia e dolore, Piazza Duomo gremita per l’ultimo saluto ad Aurora. Il vescovo: “Strappata una piantina piena di boccioli” – VIDEO

Piazza Duomo gremita per l’ultimo saluto ad Aurora Tila, la ragazzina di 13 anni uccisa dall’ex fidanzatino di 15 anni. Tanto dolore ma anche tanta rabbia. Rabbia verso chi ha causato la morte di Aurora, rabbia nei confronti di chi forse avrebbe potuto fare di più, rabbia verso i giornalisti presenti. Ma comunque una rabbia comprensibile per chi si chiede come sia potuto accadere. La bara bianca viene accompagnata in chiesa da un fiume di giovanissimi che si va ad aggiungere alle già tantissime persone presenti tra le navate. A celebrare le esequie è monsignor Adriano Cevolotto.

Aurora, basta ormai chiamarla per nome, è diventata figlia, sorella, nipote, amica… di tutti e di ciascuno. C’è una profonda partecipazione ad una vicenda assurda, che ha lasciato e lascia senza parole. Attoniti. Con una domanda che passa di bocca in bocca: Cosa sta succedendo?“, si chiede il vescovo durante l’omelia.

C’è un verbo che esprime efficacemente la sensazione rispetto a ciò che è accaduto: ‘strappare’. Aurora è stata strappata. Dalla vita. Dai suoi cari. Dagli amici… è stata strappata una piantina piena di boccioli. Che erano le sue speranze. È stata strappata dalle nostre mani impotenti“.

Di fronte al dolore e allo sconcerto è diffuso il tentativo di fuggire. In vari modi: cercando di non farsi toccare simuliamo o attuiamo una presa di distanza emotiva. O, al contrario, ci trasformiamo in investigatori morbosi di particolari che riducono un dramma a noi vicino in un fatto di cronaca. Ma noi vogliamo lasciarci toccare. Interrogare. Proprio perché non è un brutto sogno vogliamo metterci alla scuola di ciò che provoca sofferenza e rispetto al quale si fa strada la domanda: Perché? Quando emerge questa domanda, spesso senza risposta, significa che è stato toccato un nervo sensibile, che interroga il senso delle cose e della vita. È doveroso cercare di capire cosa è successo, è fuorviante la ricerca di colpevoli su cui scaricare ogni responsabilità. Allora lasciamoci interpellare“.

Al termine delle esequie la bara bianca è stata accompagnata da un nugolo di palloncini bianchi affidati al cielo.

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