Scuola, università e ricerca, sciopero della Cgil: “Legge di bilancio che impoverisce il settore conoscenza” – AUDIO

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“E’ ora di dire basta! Il 31 ottobre è SCIOPERO di tutti i settori della conoscenza. Saremo in piazza per manifestare contro la legge di bilancio che impoverisce il settore. Per rivendicare una nuova politica sociale, contrattuale ed economica, per la dignità del lavoro pubblico, la difesa dell’istruzione pubblica contro ogni politica di regionalizzazione e per difendere la scuola della Costituzione”. Così la Cgil presenta la mobilitazione che si terrà a Piacenza appunto il 31 ottobre.

Giovanni Zavattoni di FLC CGIL Piacenza

Le motivazioni sono tante. Ad esempio nella Legge di Bilancio non ci sono le risorse per il rinnovo del contratto che scade a fine anno, per il triennio 2024-2024. Poi ci sono tagli di organici e anche blocco del turn over per la scuola, l’università e la ricerca. A Piacenza faremo un presidio davanti alla Prefettura e il Prefetto incontrerà una piccola delegazione.

LA NOTA DELLA CGIL

La Federazione dei Lavoratori della Conoscenza CGIL ha infatti proclamato lo sciopero generale, per l’intera giornata, di tutti i settori della conoscenza (Scuola, Università, Ricerca, Afam ed enti non statali con contratto ANINSEI). In tutto il paese sono programmate manifestazioni a sostegno delle ragioni della proclamazione dello sciopero.

Queste le nostre rivendicazioni

  • rinnovo CCNL 2022-24: stanziate risorse inadeguate a mantenere il potere d’acquisto delle retribuzioni pari al 5,78% a fronte di una inflazione cumulata nel triennio di circa il 18%. Per effetto di un’anticipazione delle risorse nel 2023, il rinnovo contrattuale sarebbe mediamente di 35/40 euro mensili. In tutti i settori della conoscenza si mettono le mani in tasca ai lavoratori non riconoscendo loro quanto dovuto;
  • tagli di 2174 unità all’organico ATA e di 5660 all’organico dei docenti per un totale di 7834 posti. Non si investe quindi sugli organici e sulla qualità del sistema scolastico, anzi l’obiettivo è quello della riduzione del perimetro pubblico;
  • nessuna prospettiva di stabilizzazione dei precari su tutti i posti liberi, che rappresentano il 25% del personale scolastico, così come anche l’Europa ci chiede. Servirebbe un piano straordinario di assunzioni del personale docente e ATA, nonché un piano di reclutamento e finanziamento specifico per l’università e la ricerca;
  • per il recupero del finanziamento alle università pari a 530 milioni di euro operato nell’anno 2024;
  • per la salvaguardia della dimensione nazionale del contratto contro ogni ipotesi di autonomia differenziata e regionalizzazione del sistema pubblico d’istruzione;
  • per il rispetto del contratto nazionale di lavoro e ogni ipotesi di legificazione;
  • contro le dilaganti molestie burocratiche che il personale è costretto a sopportare, spesso a causa di interferenze che condizionano le autonomie scolastiche. Emblematiche da questo punto di vista le vicende di “Passweb” e delle figure dei “Tutor e Orientatori”;
  • per evitare riforme regressive come la riduzione dell’offerta formativa di un anno, nella filiera tecnologico professionale, connessa a una visione aziendalistica dell’istruzione che allontana la scuola dal mandato che le assegna la Costituzione;
  • per fermare il dimensionamento della rete scolastica che genera istituzioni di grandi dimensioni tagliando posti di lavoro e professionalità, ma anche acuendo il fenomeno della dispersione scolastica;
  • contro il contratto pirata, recentemente sottoscritto dalla UIL Scuola Rua, nel settore delle scuole private con contratto ANINSEI che non prevede retribuzioni dignitose e un orario di lavoro congruo, non rispettando peraltro le regole democratiche e di partecipazione e che creano dumping contrattuale.

La privatizzazione della scuola

Un quadro generale che si lega inesorabilmente alla legge Calderoli sull’Autonomia Differenziata (che contrasteremo anche attraverso lo strumento referendario), che, qualora attuata, sancirà la divisione del Paese, aumentando i divari sociali e territoriali e demolendone l’impianto costituzionale. Di fatto rappresentando un preludio alla privatizzazione della scuola pubblica, così come è già accaduto per la Formazione Professionale e la sanità.

Lo sciopero del 31 ottobre prossimo, non rappresenta un punto di arrivo, ma solo una tappa della mobilitazione che la FLC CGIL ha messo in campo per contrastare iniziative e proposte inique, e rappresenta l’occasione per rilanciare un’idea alternativa di Paese, capace di garantire davvero un futuro democratico ai giovani, alle lavoratrici e ai lavoratori.

Appuntamento davanti alla prefettura

A Piacenza, come in molte altre città italiane, le lavoratrici e i lavoratori del settore della conoscenza, assieme alla cittadinanza che vorrà portare la propria solidarietà alla categoria, si daranno appuntamento per fa sentire la propria voce, dalle ore 10 alle ore 12, di fronte alla Prefettura (via S.Giovanni 17).

Rivendicare un contratto giusto

E’ l’occasione per rivendicare un contratto giusto, per un lavoro stabile e dignitoso, per la difesa dell’istruzione, dell’università e della ricerca pubbliche, per la stabilità del personale, per contrastare il dumping contrattuale, perché allo stesso lavoro devono corrispondere gli stessi stipendi e gli stessi diritti, per impedire ogni ulteriore divisione del paese nel rispetto della Costituzione.

Senza un intervento serio e tempestivo per migliorare le condizioni lavorative ed economiche del personale, si rischia di compromettere il ruolo educativo e formativo del sistema scolastico e universitario, con effetti nefasti a lungo termine per le future generazioni e per lo sviluppo del Paese.

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