Museo di storia naturale, Europa Verde: “L’amministrazione comunale lo vuole sfrattare come un magazzino di inutili carabattole”

“Piacenza ha la fortuna di ospitare all’interno di spazi comunali un Museo di Storia Naturale che accoglie significative collezioni di interesse scientifico, alcune delle quali risalenti al ‘700, e che collabora con il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Si tratta di una risorsa per il nostro territorio che vive grazie all’impegno di una società scientifica non profit e di volontari, una risorsa che non si limita a custodire un prezioso patrimonio culturale ma che offre alla città occasioni di formazione”. Così in una nota Europa Verde.

La nota di Europa Verde Piacenza

Dovrebbe essere pensiero condiviso che un’amministrazione comunale sostenga una realtà simile favorendo l’ampliamento degli orari d’apertura, promuovendo sinergie con altri musei, università, istituzioni scientifiche, garantendo nuovi fondi. Purtroppo però a Piacenza non è così.

L’amministrazione comunale intende sfrattare il Museo, quasi fosse un magazzino di inutili carabattole, per dare i locali al Politecnico che pare desiderare proprio quei locali.

Come Europa Verde Piacenza, pur comprendendo la richiesta di nuovi spazi a beneficio dell’università, siamo desolati nel constatare che l’amministrazione decida di sfrattare un museo scientifico senza interpellare la competente posizione di chi quel museo lo cura.

Spostare collezioni delicate, soprattutto se antiche, è un rischio che si può correre in casi eccezionali. Vi è anche il rischio che i proprietari che gentilmente forniscono le collezioni al museo possano legittimamente preferire riprendersele.

Pare poi che all’amministrazione comunale nulla importi delle ricerche svolte in collaborazione con il CNR che andrebbero a interrompersi. Essenziale per la città sono proprio i corsi che il Politecnico attiverebbe in quei locali e che si possono attivare solo lì. Anche a costo di perdere uno storico e importante museo.Vi sono tantissimi poli universitari in Italia che hanno sedi sparse in più punti della città, talvolta anche molto distanti. Non si comprende perché non possa essere così a Piacenza. Nel nostro centro storico non mancano edifici non in uso completamente o in parte. L’amministrazione potrebbe valutare soluzioni in questo senso e mediare con il Politecnico.

La sindaca dott.ssa Tarasconi delinea un roseo futuro nella nuova sede in Palazzo del Governatore, una prospettiva di valorizzazione e rilancio.

Si dice che l’attuale sede del Museo sia non idonea ad intercettare i flussi turistici. Forse questo dipende principalmente dal fatto che non le sia stata data la corretta visibilità. Cartina di Piacenza alla mano non lontano si hanno la chiesa di Santa Rita, il Pubblico Passeggio e la stessa via Scalabrini, posta proprio sulla Via Francigena che conduce piazza Sant’Antonino alla Lupa.

Rimane il fatto che fino a quando la nuova sede non sarà adeguatamente approntata per accogliere la collezione museale, la stessa sarà trasferita, con tutti i rischi che ciò comporta, in un magazzino specializzato a Roma dove dovrà essere custodita fino al suo rientro in città, entro un tempo non ben definito.

Ci sembra grave poi che le decisioni vengano prese ascoltando con somma attenzione una parte, il Politecnico, e dando scarsa attenzione all’altra, il Museo le cui ragioni paiono aver trovato pochi interessati dalle parti di Palazzo Mercanti.

Come Europa Verde crediamo che una buona amministrazione debba orientarsi alla conservazione, tutela e valorizzazione del patrimonio comune della città, ambientale e culturale, riconoscendolo come un bene ricevuto in affido da consegnare a chi verrà dopo.

Ogni progettazione, ogni politica deve partire da qui, da questo presupposto. In questo caso l’anelito, anche comprensibile, di rendere Piacenza città universitaria rischia di eliminare o comunque di compromettere la fruibilità per un tempo non precisato di un pezzo significativo del patrimonio comune.

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