Convinti che la politica sia dialogo e partecipazione, alla luce delle recenti dichiarazioni della sindaca troviamo che la questione di Piazza Cittadella sia costantemente malposta. E se la lettura del problema non è condivisa, è difficile impostare un dialogo proficuo. Proviamo dunque a dare il nostro contributo.
Non esistono un fronte del sì alla riqualificazione e uno del no. Tutti i piacentini vogliono la riqualificazione della piazza (come gli stessi dimostranti hanno dichiarato). Esiste certamente una fazione a favore del taglio delle piante, giudicato inevitabile, e uno contrario. Ma per quanto ci siano diverse visioni su cosa significhi tutelare l’ambiente, nessuno nega l’importanza del verde per il presente e il futuro del nostro pianeta.
La vera questione è la partecipazione. Per 12 anni le amministrazioni si sono prodigate per trovare una soluzione e per 12 anni le associazioni e i cittadini chiedono che tale soluzione consideri i loro desideri e le loro proposte, venendo costantemente ignorati. È il caso della proposta alternativa del silos di via X giugno, o di spostare il parcheggio in via Nino Bixio, o l’appello al dialogo lanciato da 12 associazioni del territorio con riferimento al PUG.
È vero che la sindaca ha inserito Piazza Cittadella nel programma elettorale e che dunque, questa giunta si sia spesa per procedere. Il crescente astensionismo elettorale deve però portare a una riflessione critica sul mandato politico rivendicato dalla sindaca. Alle ultime elezioni, al secondo turno, ha votato il 42% degli aventi diritto. La sindaca è stata eletta con 16’935 voti, dunque circa il 17% della popolazione residente a Piacenza, che conta circa 100’000 abitanti. La raccolta firme promossa dal presidio di cittadini e sostenuta dalle associazioni, ad oggi, ha superato le 30’000 firme.
A fronte di questi dati, come si fa a dire che i cittadini di Piacenza vogliono il parcheggio a cui questa giunta ha votato la pubblica utilità su un progetto vecchio di 12 anni che non prevede verde pubblico, e del quale mancano ancora oggi certezze sulla bancabilità? E non si dica che non si poteva fare altrimenti a causa di penali mai quantificate. Con un iter amministrativo di 12 anni gli spazi di partecipazione erano molteplici, non da ultima una seria discussione con il territorio proprio sulla pubblica utilità di QUESTO progetto, che difatti è il vizio contestato nell’ordinanza recentemente emessa sulla Piazza.
Sorprende anche lo stupore del PD locale rispetto all’opposizione che il progetto ha trovato. Assumendo la bontà della riqualificazione del comparto Nord da loro richiamata, un’amministrazione che fa della partecipazione la sua forza avrebbe messo il territorio in condizione di poter apprezzare la qualità del lavoro svolto. Perché così non è stato e tutt’ora non è? Non basta dire che i Piacentini non vogliono mai fare niente quando le proposte e la partecipazione civica, oggi è evidente, non sono mancate.
Per non perpetrare un dialogo a posizioni contrapposte e per non ridurre la contesa solo a una questione legale facciamo appello alla politica per come la intendiamo noi: un potere abilitante, che ascolta i cittadini, interpreta le loro richieste e favorisce la partecipazione della comunità per realizzare una città migliore. In fondo è questo che il giudice Fazio ribadisce in uno dei passaggi chiave della sua ordinanza: lo stato attuale delle cose è figlio di precise scelte politiche; sta dunque a questa giunta assumersi la responsabilità delle sue scelte e dirci come ripristinare il dialogo, che da troppo tempo è mancante.
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