Il XXVIII incontro provinciale con le Comunità Piacentine nel Mondo si terrà venerdì 16 agosto nel Parco del Monte Moria. Alle ore 12 è prevista la cerimonia di conferimento del premio Piacentino Benemerito
La Provincia ha ospitato questa mattina la presentazione dell’atteso evento. Alla conferenza stampa sono intervenuti la presidente dell’ente di Corso Garibaldi Monica Patelli, il consigliere nel direttivo di Piacenza nel Mondo Maurizio Sesenna (in rappresentanza della presidente dell’associazione, Patrizia Bernelich) e il sindaco di Morfasso Paolo Calestani con il consigliere comunale Andrea Martini.
Il programma
Motivazioni e note sui premiati
Arma dei Carabinieri: premio in quanto al Servizio e difesa del cittadino in ogni parte del mondo
3°Circolo Didattico: per aver gettato un ponte con la scuola primaria di Nogent sur Marne
Renzo Inzani
Renzo Inzani nasce a Villa Inzani di Monastero di Morfasso il 16 novembre 1937. Figlio di contadini, viene avviato al lavoro della terra. La famiglia è numerosa: oltre al padre Benvenuto e alla mamma Celesta, ci sono i figli Anna, Bruna, Mario, Renzo, Luciana e Roberto, che – poco alla volta – si trasferiranno tutti in Inghilterra.
La vita a Monastero non offre molto e così, nel gennaio del 1959, Renzo raggiunge i fratelli Anna, Bruna e Mario in Inghilterra e precisamente a Londra.
Inizialmente Renzo si trova a disagio in quanto non conosce la lingua, ed inizia a lavorare presso il ristorante della sorella Bruna. Renzo però è intraprendente, lascia il lavoro della sorella ed inizia a lavorare al Wimpy Bar. Ricorda con orgoglio che lavorava tutto vestito di bianco: cappello, camicia, giacca e pantaloni a strisce.
Conosce Angela di Rustigazzo di Lugagnano, una ragazza della nostra montagna, che sposerà: avranno due figlie, Milena e Liviana.
Renzo però non riesce a stare fisso in un posto, vuole farsi strada e così inizia a lavorare in diversi locali della city. Finalmente un giorno arriva la grande occasione: con il fratello Roberto acquistano il loro primo ristorante. Da qui si apre la sua strada nel campo della ristorazione con l’apertura di self-service, ristoranti, coffee bar. Sempre legato alla sua terra, sistema con i fratelli la casa paterna di Villa Inzani e la casa di Angela a Rustigazzo dove trascorre le sue ferie estive.
Agli inizi degli anni ’60 entra a far parte, con l’amico John Inzani, del Comitato Associazione Val d’Arda, fondata a Londra nel 1963 da Giuseppe Birri di Monastero, di cui sarà sempre un sostenitore e promotore.
Gianfranco Gazzola
Chi nasce in Val Trebbia rimane per sempre figlio di una valle che Hemingway ha definito tra le più belle al mondo. Sono nato 73 anni fa in una frazione del comune di Travo dove adesso trascorro gran parte della mia vita. Nel 1968, all’età di 17 anni, sono emigrato a New York con la mia famiglia per raggiungere i fratelli e le sorelle di mia madre. I primi tempi sono stati difficili, ma sono riuscito ad inserirmi subito nel mondo del lavoro. Dal 1969 al 1989 ho lavorato in un noto ristorante di New York “Laurent” frequentato da gente famosa come Salvator Dali, Richard Burton, Elizabeth Taylor e dove dovevo gestire 125 dipendenti. Ho iniziato dal basso come “bus boy” per diventare poi “banquet manager” ossia responsabile degli eventi. Nel contempo continuavo gli studi tecnici che avevo iniziato in Italia ed ho vinto un concorso per la città di New York e dal 1989 al 2017 sono stato il responsabile di diversi settori da quello dell’acqua potabile a quello dell’inquinamento. Ho ricevuto diversi riconoscimenti: nel 1990 e nel 1995 “Certificate of Appreciation“, da Ruby Giuliani e nel 2008 da Mike Bloomberg, ambedue sindaci di New York.
Nel 2005 purtroppo ho perso mia moglie Linda Platé, anche lei figlia di italiani e nipote di Frank Forlini, originario di Groppallo e noto membro della Associazione Valtrebbia e Valnure, a cui io stesso appartengo. Il mio attaccamento alla Val Trebbia è sempre stato molto forte e vi venivo in vacanza con mia moglie e i miei due figli Marco e Carlo, ai quali ho trasmesso il mio amore per l ‘Italia.
Nel 2017, quando è arrivata la pensione, ho finito per viverci 8 mesi all’ anno. Oltre a questo forte attaccamento alla mia terra d‘origine sono un accanito tifoso del Piacenza e ho sempre seguito le vicissitudini dei biancorossi sia da vicino che da lontano. Mi ricordo che da piccolo, quando ci siamo trasferiti a Piacenza andavo sempre a Barriera Genova a vedere il Piace in serie C, e non avendo i soldi lo guardavo in piedi sul sellino della bicicletta poiché una parte della recinzione dello stadio era più bassa.
Spero nel futuro di aver sempre la possibilità di trascorrere parte della mia vita in Italia, anche con la mia nipotina Sofia.
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