Cura e assistenza per gli anziani delle aree montane, al via il progetto “Custode Solidale”

progetto “Custode Solidale”

Cura e assistenza che preservino autonomia e benessere agli anziani con più di 74 anni privi di una rete familiare di sostegno e non ancora seguiti da altri servizi domiciliari, che risiedono nelle aree montane, soprattutto in quelle più lontane dai centri abitati. Con questi obiettivi nella sede della Fondazione di Piacenza e Vigevano – che stanzierà circa 200mila euro – è stato sottoscritto per i prossimi tre anni il protocollo d’intesa del progetto “Custode Solidale”, che promuove un welfare di comunità capace di mettere al centro la persona nel rispetto dei suoi bisogni, realizzando un’assistenza domiciliare mirata per una settantina di anziani.

Alla firma ufficiale del documento erano presenti i rappresentanti delle sette realtà che ne sono promotrici: il presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Roberto Reggi, la direttrice generale dell’Azienda Sanitaria Locale di Piacenza Paola Bardasi, il presidente dell’Unione Montana Valli Trebbia e Luretta Roberto Pasquali, il presidente dell’Unione Montana Alta Valnure Paolo Negri, il presidente Croce Rossa Italiana di Piacenza Giuseppe Colla, il coordinatore provinciale di Anpas Paolo Rebecchi (in rappresentanza del presidente Anpas Emilia Romagna Iacopo Fiorentini) e il consigliere dell’Ordine dei Medici di Piacenza Augusto Pagani (delegato dal presidente Mauro Gandolfini).  

Lo scopo è offrire una molteplicità di interventi completamente gratuiti per gli anziani fragili del nostro Appennino: un servizio di grande valenza sociale che è prosecuzione e sviluppo del progetto Montagna Solidale, avviato su impulso sempre della Fondazione nel 2017, con lo scopo di rilevare il bisogno sociosanitario della popolazione dai 75 anni in su. 

La prima fase del progetto aveva evidenziato l’esistenza di una fascia di popolazione fragile, vulnerabile e a rischio di solitudine, ma desiderosa di poter continuare a vivere nella propria comunità. Anziani ancora autosufficienti, bisognosi di relazioni, di un sostegno leggero e di un monitoraggio costante. 

UNA RETE SOLIDALE. Il nuovo protocollo intende potenziare in maniera ancora maggiore la logica del prendersi cura comunitario delle persone. Una rete di assistenza integrata con l’ambito sanitario, ma declinata attraverso i servizi sociali, grazie all’impegno delle Unioni dei comuni montani e alla collaborazione dell’Ausl di Piacenza, delle sezioni provinciali di Croce Rossa e Anpas e dei medici di base. Figura nodale dell’intervento è l’operatore solidale, personale opportunamente formato per saper gestire al meglio un lavoro di coordinamento e continuo controllo, lavorando in sinergia con i servizi del territorio. Questo consentirà anche di potenziare le connessioni con le realtà locali (come associazioni di volontariato, di categoria, sportive e culturali, pro loco, scuole, imprese) e di coinvolgere cittadini che potranno offrire il loro supporto in vari ambiti, come socializzazione, accompagnamento, piccoli aiuti per migliorare la vita quotidiana dell’anziano fragile e intercettare le situazioni più delicate. Un impegno riguarderà anche il potenziamento della rete telefonica, nelle zone che ancora ne sono sprovviste. 

Complessivamente, saranno circa settanta gli utenti che potranno beneficiare, in maniera totalmente gratuita, del servizio di assistenza: il numero degli anziani seguiti risulta in costante aumento nei luoghi dove il servizio è già stato avviato.

I costi dell’intervento saranno sostenuti interamente dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, con un contributo complessivo di 195.000 euro, pari a 65.000 euro annui.

«Il progetto Custode Solidale risponde a tanti nostri obiettivi istituzionali in una logica sussidiaria e in un ambito, l’assistenza agli anziani, che è uno dei settori di intervento della Fondazione – sottolinea il presidente Roberto Reggi -. È una rete di forze coese, che ci consente di prenderci cura anche di luoghi fragili e della qualità di vita dei suoi residenti. Il welfare di comunità è patrimonio di tutti: anche alle realtà del territorio, ai possibili volontari, chiediamo di far parte con noi di questo progetto mettendoci un po’ di cura e un po’ di tempo, per realizzare insieme un modello virtuoso che vada a beneficio di tutti.»

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