Alessandro Milan sarà ospite giovedì 25 luglio all’edizione 2024 delle Serate Letterarie “Giana Anguissola”. Il giornalista presenta il libro I giorni della libertà (Mondadori) in dialogo con Enrico Battini, Vicepresidente provinciale ANPI. Evento in collaborazione con ANPI sez. Eligio Everri di Travo.
Gli incontri iniziano alle ore 21.15, si svolgono nella piazzetta dell’asilo in via Borgo Est e sono a ingresso gratuito. Le Serate Letterarie Giana Anguissola sono gli appuntamenti culturali che si svolgono a Travo nei mesi di luglio e agosto.
Audio intervista con Alessandro Milan a Radio Sound
“Nella ricerca nata dalla pietra di inciampo dedicata ad Angelo Aglieri – racconta Alessandro Milano – ho scoperto che dentro allo stesso palazzo, c’era una portinaia molto coraggiosa, in quel luogo sono nati i GAP (gruppi di aione patriottica) milanesi, ho scoperto un mosaico di persone, 3 donne e 3 uomini che si muovevano di fatto nelle strade del quartiere dove abito io oggi.
La storia di Sergio Temolo
“La storia di Sergio Temolo è quella che mi ha colpito di più – spiega Milan – perchè è l’unico dei protagonisti della storia raccontata nel libro che ho trovato ancora in vita (deceduto recentemente) che mi ha raccontato la sua storia e quella di suo padre che insieme ad altri 14 antifascisti venne ucciso in Piazzale Loreto, lo stesso luogo dove per vendicare la loro morte venne esposta il corpo di Mussolini”.
I giorni della libertà
Tutto inizia con una pietra d’inciampo vicino casa. Alessandro Milan la scorge in un giorno di ottobre, quasi per caso. Riporta il nome di Angelo Aglieri, impiegato del «Corriere della Sera», arrestato nel maggio 1944 con l’accusa di aver introdotto in redazione una bomba a mano, poi condotto al carcere di San Vittore e da qui deportato al campo di Fossoli. Determinato a ricostruirne la storia, Milan inizia la sua ricerca.
A quella vicenda però se ne intrecciano presto molte altre: la storia di chi allora era soltanto un ragazzino, come Sergio Temolo, e perse il padre per mano fascista il 10 agosto 1944 nell’eccidio di piazzale Loreto, o di chi mise a disposizione il proprio coraggio, come Carmela Fiorili, portinaia del palazzo in viale Monza 23 – noto come il «Casermone» -, staffetta partigiana insieme alla figlia, Francesca, e per mesi punto di riferimento sicuro per la resistenza meneghina.
Il risultato è un grande affresco di uomini e donne che, pur non conoscendosi, si trovano legati da un filo invisibile, protagonisti e testimoni della Storia. Le loro vite si sfiorarono tra le strade dello stesso quartiere, della stessa città, Milano, sempre più devastata dai bombardamenti e dalle macerie. Quello di Milan è il racconto di una pagina della resistenza milanese, ma anche un racconto universale che, con accuratezza storica e un brillante passo narrativo, restituisce un pezzo di storia del nostro Paese. Un racconto che parte da Milano e si dipana nel resto d’Italia, dal campo di prigionia di Fossoli a Riva del Garda fino alle campagne vicentine di Arzignano. Un racconto che parla di noi, del nostro passato e del nostro presente.
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