Prosegue l’attività della Polizia di Stato volta al contrasto dei delitti online, fenomeno che continua a prendere piede di pari passo con lo sviluppo tecnologico.
Nel corso dell’ultima settimana, la Squadra Mobile della Questura di Piacenza ha concluso due delicate indagini in materia di romance scam e sextortion.
Sextortion
Un genere di truffa, per quanto giuridicamente il fenomeno sia da inquadrare nel più grave reato di estorsione, è quello attuato da truffatori che si spacciano su siti d’incontri per donne di bell’aspetto, e convincono il malcapitato a spogliarsi in collegamento webcam ed a praticare atti sessuali, nella convinzione che dall’altra parte ci sia davvero una donna che fa altrettanto e non un mero video.
La registrazione della propria performance viene quindi inviata al malcapitato stesso, che viene minacciato dell’invio agli amici di tale video se non acconsente a pagare ai malintenzionati una somma di denaro, richiesta che viene solitamente reiterata finché la vittima continua a cedere alle richieste dei malviventi.
Di fatto, sul territorio si registrano poche denunce all’anno, ma la cifra nera è verosimilmente elevata anche in questo caso, e le vittime sono dai giovanissimi ai pensionati.
L’incontro sulla app di incontri
Nel mese di aprile, un 20enne piacentino ha conosciuto tramite l’app di incontri Tinder una sedicente e bellissima ragazza, con la quale ha iniziato un assiduo scambio di chat e a cui mandava alcune foto del proprio corpo nudo.
Il truffatore dapprima ha ricattato il ragazzo, minacciando di divulgare tali fotografie, per ottenere l’invio di poche centinaia di euro, per poi proseguire con il ricatto e richiedere il doppio della cifra.
Solo a quel punto, il ragazzo si è presentato in Questura per sporgere denuncia, comprendendo che le richieste di denaro non sarebbero mai terminate.
Le indagini della Squadra Mobile di Piacenza, svolte in collaborazione con la Squadra Mobile di Pavia, permettevano di individuare e deferire all’Autorità Giudiziaria un trentenne ivoriano residente in Lomellina per il delitto di estorsione.
Tinder segnala che l’inoltro di immagini non può essere avvenuto tramite l’app, in quanto il sito d’incontri non consente l’invio diretto di foto all’interno delle chat, rendendo impossibile la condivisione di immagini a sfondo sessuale durante lo scambio di messaggi.
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