Prosegue l’attività della Polizia di Stato volta al contrasto dei delitti online, fenomeno che continua a prendere piede di pari passo con lo sviluppo tecnologico.
Nel corso dell’ultima settimana, la Squadra Mobile della Questura di Piacenza ha concluso due delicate indagini in materia di romance scam e sextortion.
Romance scam
Una truffa tuttora spesso attuata, e con una grande cifra nera, è quella amorosa, particolarmente devastante per la vittima. Questa viene contattata online da una persona asseritamente dell’altro sesso, che si presenta solitamente come un uomo di bell’aspetto, benestante e recentemente vedovo, di professione medico o militare, che seduce l’ignara vittima che, convinta di aver intrapreso una vera relazione a distanza, inizia ad inviare ai truffatori continui bonifici per togliere l’amato dagli immaginari guai in cui è incappato o mandargli i soldi per poter pagare il viaggio per venire finalmente a trovare la vittima.
Il fenomeno delle romance scam è particolarmente diffuso, e la cifra nera per tali reati è particolarmente elevata, anche perché si tratta di un raggiro che dura per moltissimo tempo e coinvolge profondamente a livello emotivo le vittime, spesso persone sole che non riescono a capacitarsi che l’amato sia in realtà un truffatore.
Dietro a questi casi, può nascondersi anche la mafia nigeriana, che si occupa sia della creazione dei falsi profili da utilizzare per attirare le vittime, che del riciclaggio del denaro ottenuto illegalmente.
La truffa
Tra maggio 2023 e maggio 2024, una 40enne residente a Piacenza è stata aggiunta su Facebook da un sedicente coetaneo, che le ha dichiarato di essere un medico delle Nazioni Unite in servizio in Ucraina. Per carpire la fiducia della donna, aveva iniziato a inviarle diverse drammatiche foto di scenari di guerra, al fine di rendere maggiormente credibile la sua storia.
Dopo aver ottenuto la fiducia della donna ed instaurato una relazione a distanza con lei, il truffatore ha iniziato a richiederle denaro, dapprima con la scusa di acquistare i biglietti per venire a trovarla, e poi raccontando una serie di disguidi giudiziari immaginari dai quali poteva essere liberato solo con il versamento di altro denaro.
Il tutto corroborato da finte fotografie di richieste di licenza, di falsi biglietti aerei e da altrettanto fasulle comunicazioni dell’Interpol, al fine di spillare il maggior denaro possibile alla malcapitata.
Dopo aver versato circa 15.000 euro in un anno, la donna ha compreso di essere stata truffata e ha sporto denuncia in Questura.
Denunciati sette giovani
Le indagini della Squadra Mobile, svolte tramite l’analisi della movimentazione bancaria, hanno permesso di individuare a denunciare sette cittadini nigeriani residenti in varie zone d’Italia, di un’età compresa tra i 25 ed i 35 anni, per il delitto di truffa in concorso.
Situazioni difficili per gli inquirenti
La più grande difficoltà che gli investigatori hanno in questo genere d’indagini è quella di ottenere la denuncia da parte della persona offesa. Spesso la vittima viene avvisata da familiari ed amici che sta venendo truffata, ma reagisce negando gli avvertimenti e continuando con la relazione col truffatore. In un secondo momento, resasi finalmente conto dell’inganno, la vittima viene presa da un profondo senso di sconforto per aver patito la truffa, ed evita di confidarsi col prossimo, ed a maggior ragione coi poliziotti, per la vergogna di essersi fatta ingannare.
Per questo, si invitano i cittadini a prestare attenzione alle eventuali relazioni online proprie o dei propri cari, ed a denunciare il prima possibile senza alcun sentimento di vergogna per quanto occorso, trattandosi comunque di truffe portate avanti da veri e propri professionisti dell’inganno.
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