Venerdì 10 maggio, ore 20, presso la Cooperativa Infrangibile di via Alessandria 16, Amnesty International organizza un evento organizzato in particolare dalla direzione nazionale dell’osservatorio repressione, cioè il dipartimento che si occupa di monitorare le violazioni in termini di diritti democratici contro i dissidenti all’interno di ogni paese per conto della ONG.
La nota del sindacato SI Cobas
Il Coordinamento Provinciale del S.I.Cobas Piacenza annuncia con orgoglio che venerdì 10 maggio, ore 20:00 presso la Cooperativa Infrangibile di via Alessandria 16, si terrà una importante iniziativa organizzata e voluta dalla sezione italiana di Amnesty International, in particolare dalla direzione nazionale dell’ “osservatorio repressione”, cioè il dipartimento che si occupa di monitorare le violazioni in termini di diritti democratici contro i dissidenti all’interno di ogni paese per conto della ONG.
Riteniamo particolarmente significativo che la direzione nazionale di Amnesty International abbia individuato il caso della repressione anti sindacale a Piacenza come meritevole di ospitare per il 2024 questa importante giornata poiché cioè conferma e rafforza la nostra lettura, secondo la quale le iniziative della locale Procura, condotte con particolare accanimento negli ultimi anni contro il S.I.Cobas, dovrebbero far scattare il campanello d’allarme ad ogni sincero democratico del nostro paese e della nostra città.
Non parliamo solo delle due clamorose operazioni che portarono agli arresti di Pallavicini ed Arafat nel 2021 e 2022, più volte “censurate” dal Tribunale del Riesame ed addirittura dalla Cassazione, ma anche della miriade di procedimenti penali (oltre mille capi di imputazione a carico di centinaia fra sindacalisti ed operai) che intasano il locale tribunale e che continuano ostinatamente a voler leggere gli scioperi e i fenomeni di opposizione sociale non già, come prescriverebbe la Costituzione, quali legittime manifestazioni del diritto al dissenso e allo sciopero, ma al contrario come problemi di ordine pubblico o addirittura come fenomeni di delinquenza organizzata.
Tali gravissime violazioni dei più fondamentali diritti democratici hanno già suscitato a più riprese la solidarietà e lo sdegno di ampie fette dell’intellighenzia accademica ed intellettuale sia in Italia che all’estero: si pensi alle raccolte firme o alle iniziative gratuite in solidarietà che hanno visto sfilare in città personalità del calibro di Alessandro Barbero, Zerocalcare, Marco Revelli. L’attenzione di una importante e riconosciuta ONG come Amnesty International certifica tuttavia che questo progressivo restringimento degli spazi di agibilità democratica non può più passare sotto silenzio, e ci riempie di orgoglio e (pur travagliata) soddisfazione.
All’iniziativa, oltre che ai rappresentanti del S.I.Cobas Mohamed Arafat e Michela De Nittis e al sindacalista USB Roberto Montanari, prenderanno parte Mariapaola Boselli (ufficio campagne sezione italiana di Amnesty), Simone Rosa (attivista della task force osservatori) e Ludovico Basili dell’Osservatorio repressione.
La ricerca condotta e che sarà illustrata venerdì ha analizzato le proteste degli ultimi due anni in tema di criminalizzazione del dissenso, uso sproporzionato o non necessario della forza (si pensi allo sgombero violento dello sciopero alla Fedex, dal quale scaturirono proprio i primi arresti di Arafat e Pallavicini) ed adozione di leggi repressive volte a limitare la possibilità di sciopero o espressione del dissenso (innumerevoli i dispositivi adottati dai vari governi negli ultimi anni, su tutti si ricordi il c.d. “decreto sicurezza”).
Una data importante quindi, a cui invitiamo calorosamente tutta la cittadinanza piacentina e le testate giornalistiche locali.
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