Javier Zanetti a palazzo Farnese: “Giocare a Piacenza era sempre molto importante”. E agli studenti: “Abbiate sempre la cultura del lavoro” – AUDIO

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Chiude con il botto il ciclo di incontri “Se la generazione Z interpreta il passato” promossa dall’assessore alla Cultura Christian Fiazza. Nel cortile di Palazzo Farnese, è stato protagonista dell’incontro con gli studenti degli istituti superiori il vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti.

L’iniziativa è realizzata per dare sostegno alla PUPI Onlus, l’associazione fondata da Javier Zanetti e dalla moglie Paula de la Fuente, per garantire i diritti fondamentali dell’infanzia e aiutare con i propri progetti bambini, bambine e adolescenti in un’area di Buenos Aires. La coppia ha sviluppato un modello di intervento che agisce fin dalla prima infanzia e include i giovani con iniziative che promuovono le pari opportunità.

Fino a bambino avevo tanta passione per questo sport, poi quando ho iniziato a diventare più grande mi sono accorto che poteva essere qualcosa di più serio. Ce l’ho messa tutta attraverso la cultura del lavoro, la resilienza e poi ho fatto la carriera che tutti sanno”.

Qual è la principale differenza del calcio degli anni 90 quando è arrivato qui in Italia e quello di oggi?

Il calcio è cambiato tantissimo, adesso credo che c’è tanta più informazione e noi allora non ne avevamo tanta. Però credo che stiamo attraversando un momento dove il calcio è veramente uno strumento fondamentale per la crescita dei ragazzi”.

Ha qualche ricordo di Piacenza quando ha giocato qui da noi?

Ricordo il tantissimo freddo perché era una giornata molto fredda, aveva nevicato, abbiamo giocato la partita con la neve intorno al campo. Però giocare qui a Piacenza era sempre molto importante”.

Cosa ci dice del nostro Simone Inzaghi?

Io sono felicissimo per quello che sta vivendo, perché da quando è arrivato da noi si è capito che era una persona di grandi valori e poi con tanta passione per il calcio, tanta cultura del lavoro e adesso il suo lavoro insieme al suo staff sta dando giustizia.

Che consiglio si sente di dare?

Il primo consiglio è che non smettano mai di sognare, che ce la mettano tutta. A prescindere da quello che vorranno fare nella vita, alla base c’è sempre la cultura del lavoro. Un valore importante per la loro crescita”.

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