Il campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ha inaugurato l’anno accademico 2023/24 con l’intervento di Brunello Cucinelli, Presidente Esecutivo e Direttore Creativo di Brunello Cucinelli SpA. Una lectio che ha avuto per tema “Verso un Umanesimo Universale: riflessioni sui giovani, la speranza e la provvidenza”.
È l’idea di concretezza «la cifra teorica ed esistenziale» che coglie meglio l’essenza di «un Ateneo profondamente radicato nel suo territorio e nella sua storia ma che è, al contempo, allineato alla frontiera più avanzata della ricerca e impegnato nell’assicurare ai propri studenti l’opportunità di una formazione di respiro internazionale». Il Rettore Franco Anelli ricorda l’importanza della concretezza nel discorso per l’inaugurazione dell’anno accademico nel campus di Piacenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, «la virtù del mondo contadino, di coloro che ogni giorno devono intraprendere una difficile operazione di mediazione con la natura per trarne la sussistenza con fatica, ma soprattutto con sapienza». Concretezza significa «autenticità», e ad essa sono associate, istintivamente, onestà, schiettezza, senso pratico.
“L’economia della concretezza”
L’«economia della concretezza» mette in risalto «un modello di interazione culturale tra l’Ateneo e la società». Si tratta di un «capitale di conoscenza» che ha contribuito alla «crescita del territorio» e allo stimolo a conservare «una spiccata attenzione ai bisogni locali» sviluppando, al contempo, una «necessaria proiezione internazionale». Nelle parole del Rettore Anelli emerge fulgidamente «la dimensione glocal» del campus piacentino e dei suoi corsi di laurea, «la capacità di una università insediata in una città non metropolitana di aprire varchi» per permettere ai propri studenti di avere orizzonti sempre più vasti.
In questo contesto, le Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, di Economia e Giurisprudenza e di Scienze della formazione si distinguono per «il continuo aggiornamento dell’offerta formativa e per la spinta verso l’internazionalizzazione». Parallelamente, ricorda il Rettore Anelli, la seconda missione ha assicurato nell’ultimo anno 183 nuovi progetti, «per un investimento totale in attività di ricerca pari ad oltre 10 milioni di euro, con una crescita rispetto all’anno precedente del 36%», mentre la ricerca competitiva, sostenuta tramite la partecipazione a bandi nazionali e internazionali, ha conseguito finanziamenti per oltre 7 milioni di euro e una crescita rispetto all’anno precedente del 115%.
L’università e Piacenza
«L’Università Cattolica e la Provincia di Piacenza sono in cammino nella medesima direzione, quella della sostenibilità» dice Monica Patelli, presidente della Provincia di Piacenza e amministratore unico di Epis, l’Ente di Piacenza e Cremona per l’Istruzione superiore, che evidenzia l’impegno dell’Ateneo «nel rafforzare il campus senza ulteriore consumo di suolo e nel segno dell’efficientamento energetico». «Siete la parte migliore del nostro Paese» afferma Katia Tarasconi, sindaco di Piacenza, rivolgendosi direttamente agli studenti, e sottolinea «l’importanza dell’università all’interno di un territorio che intenda guardare al futuro».
Dopo la celebrazione eucaristica presieduta da Adriano Cevolotto, Vescovo di Piacenza-Bobbio, Brunello Cucinelli, nella sua lectio “Verso un umanesimo universale: riflessione sui giovani, la speranza e la provvidenza”, invita a guardare il cielo, sia spirituale sia fisico. Il presidente esecutivo e direttore creativo della casa di moda da lui fondata nel borgo medioevale di Solomeo elogia l’Italia. «Siamo la settima potenza mondiale, osservati da tutti, e la qualità del nostro settore manifatturiero è tra le migliori del mondo».
Dignità morale ed economica
Secondo l’imprenditore, l’esigenza di fondo è capire come i lavoratori tornino ad avere «dignità morale ed economica». Spesso nelle aziende mancano le finestre, «perché siamo abituati a pensare che guardare il cielo sia una perdita di tempo prezioso. Io credo invece l’opposto» dice Cucinelli, che cita Jean-Jacques Rousseau. «L’essere umano è creativo quando tutto attorno è in equilibrio. Pensate allora qual è il vero vantaggio di poter guardare il cielo, e di essere trattati da persone per bene».
Alla presenza dei Presidi Anna Maria Fellegara, Marco Trevisan e Domenico Simeone, Cucinelli si dice «molto onorato» dell’invito da parte dell’Università Cattolica e racconta le origini della sua impresa. «Fino a 15 anni ho vissuto in campagna con la mia famiglia, in povertà, senza luce in casa e in equilibrio con il creato. Poi mio padre ha trovato lavoro in città. Lì ho capito quanto fosse importante la dignità delle persone. Più tardi, quando avevo 25 anni, gli ho detto che volevo fare pullover di cashmere. Lui non mi ha mai ostacolato in nulla, e mi ha risposto: “Fai tu, che Dio ti aiuti”».
Agli studenti l’imprenditore consiglia di «studiare il giusto», perché c’è «un’intelligenza da studio e una dell’anima: puntate anche sulla seconda, vi permetterà di fare la differenza». Loda la scuola italiana: «C’è differenza tra l’essere educati e l’essere istruiti, la scuola italiana è capace di educare». E poi ancora: «Rispettate i vostri genitori e ascoltateli quando parlano delle cose affascinanti della vita, per il resto seguite i vostri interessi, rincorrete i vostri sogni». Quello di Cucinelli, completamente rivolto ai giovani, è un discorso che attinge alla sua fiducia nell’essere umano. «Non abbiate paura dell’Intelligenza artificiale, e lavorate con molta concentrazione, perché lavorare significa dare vita a una creatività collettiva». Cucinelli consiglia a chi lo ascolta di «abbandonare la paura, per sostituirla con la speranza e la provvidenza».
BRUNELLO CUCINELLI: “CI VUOLE SCIENZA MA ANCHE ANIMA”
“In questi ultimi trent’anni io credo che noi abbiamo vissuto immaginando che l’umanità debba essere governata solo dalla Scienza. Io sono amante della Scienza ma ci vuole Scienza e anima e noi abbiamo bisogno di ritrovare un equilibrio e questo vale in tutto. L’equilibrio giornaliero, quando Benedetto ti dice “cura ogni giorno la mente con lo studio, l’anima con la preghiera e il lavoro. Noi abbiamo bisogno solo di riequilibrarsi. C’è questo mal dell’anima che è molto forte, secondo me un po’ più forte rispetto a venti o trent’anni fa“.
Lei diceva che lei guarda ogni volta il cielo, come ha raccontato ai ragazzi
“Sì, ma leggevo proprio un’espressione qualche giorno fa: Il sole splende ogni giorno per tutti alla stessa maniera. Questo fa la differenza. Noi non guardiamo più cielo, non chiediamo più aiuto alla Provvidenza, non chiediamo più aiuto alla speranza, non guardiamo più la povertà con un occhio un po’ speciale. E credo che la pandemia ci abbia fatto tornare a guardare certi ideali in una certa maniera. Noi dobbiamo tornare ad investire nella bella politica, la bella famiglia, la spiritualità, la religione”.
“Perché se noi guardiamo alla povertà con un occhio moderno e se noi guardiamo ai rapporti con il creato, con un occhio moderno, fa la differenza. Noi abbiamo bisogno di un nuovo contratto sociale con il Creato. Forse il primo a farlo è stato San Francesco. Tutti, da Platone fino a Jean-Jacques Rousseau, parlano di contratto sociale. Questa volta deve essere con il Creato, con l’aria, con l’acqua, con la terra“.
Ha dati diversi consigli agli studenti di oggi: quali sono le problematiche che dovranno affrontare tutto il mondo del lavoro?
“Non è che devono affrontare più problematiche di 20 o 30 anni fa. Il fatto è che noi genitori che abbiamo messo loro pressioni diverse: ma tu non puoi essere un bravissimo un cameriere o cuoco, un bravissimo falegname, un bravissimo sarto, una bella persona? Il problema è che quando torniamo a casa a volte con i nostri partner discutiamo poco, con i nostri figli discutiamo poco, diciamo di non aver tempo. Invece siamo noi stessi che vogliamo dedicare tempo per noi stessi. I social no? Dobbiamo tornare a ridiscutere: la vita del bar dove si discuteva, quella era solo creatività“.
FRANCO ANELLI: “UNIVERSITÀ RADICATA SUL TERRITORIO”
Il prestigio della prima sede dell’Ateneo nata al di fuori della città di Milano, e il suo ruolo strategico, risuonano nelle parole del Rettore, che ha ricordato l’importanza del campus di Piacenza anche dal punto di vista personale. «Ho incominciato la mia attività di docente, prima come associato e poi con la cattedra di Diritto Privato, proprio in questa Sede. È stato un piacere assistere alla sua crescita, grazie all’operato dei Presidi, dei docenti e alla freschezza intellettuale degli studenti». L’Ateneo deve pensarsi sempre di più come «un luogo di costruzione del senso profondo delle cose, di cose che sono concrete e pensanti, perché contano per le persone e per la qualità della loro vita» conclude il Rettore Anelli. «L’Università, soprattutto in una Sede come questa, deve costituirsi come una comunità che prepara alla vita. Una vita autentica».
“Abbiamo ottenuto finanziamenti importanti, devo dire. La ricerca, soprattutto delle facoltà di Scienze Agrarie è molto importante e sostiene e giustifica da sola l’attività della sede. Siamo nel complesso direi a oltre 10 milioni di euro di ricerca di finanziamenti più 7 del piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono numeri significativi ai quali si aggiungono quelli della cosiddetta terza missione, cioè un’attività che è di ricerca ma anche di consulenza, analisi, elaborazioni che fanno anche le altre due facoltà nell’interlocuzione col territorio che quanto più si rafforza tanto più riesce da un lato a dare sostegno e alimento alle Facoltà dall’altro a dare una capacità di penetrazione culturale dell’Ateneo e quindi di restituzione dell’utilità che l’Ateneo può offrire al territorio”.
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