Prenatal, Si Cobas: “Rappresentiamo l’80% dei lavoratori, la nostra lotta ha salvato 140 posti”

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La cosa importante è che alla Prenatal si siano salvati i 140 posti di lavoro a rischio. Di chi è il merito? Ieri i sindacati Cgil-Cisl hanno espresso soddisfazione per il risultato ottenuto. Ma anche i Si Cobas sostengono di aver giocato un ruolo chiave.

La nota dei Si Cobas

Dopo numerosi scioperi organizzati dal S.I Cobas presso il magazzino Prenatal a Castel San Giovanni, è giunta stamattina la grande vittoria del sindacato contro la decisione aziendale di spostare le lavorazioni del noto marchio di prodotti per l’infanzia da Castel san giovani a Vellezzo. Se realizzata, questa ipotesi avrebbe lasciato 140 famiglie senza lavoro, stipendio e alcuna prospettiva futura.

Il S.I.Cobas ha tuttavia fatto valere la sua forza e il fatto di essere presente anche nel sito di Vellezzo, riuscendo quindi a mettere in campo la solidarietà fra lavoratori dei due siti e ricorrendo anche al mettere in campo azioni presso i punti vendita di tutta Italia.

A Castel San Giovanni, il S.I Cobas rappresenta l’80 % dei lavoratori all’interno del magazzino, lavoratori che proprio grazie alla loro fiducia nel sindacato hanno dimostrato una volta di più che solo con la lotta si possano fermare le strategie delle multinazionali volte a precarizzare il mercato del lavoro e spremere i lavoratori come limoni per poi liberarsene.

Questa grande compattezza e unità nelle fila del S.I.Cobas ha permesso di arrivare all’incontro odierno da una posizione di forza. All’incontro era presente tutta la trafila datoriale: l’operatore logistico Geodis, il Consorzio Cal e la sua consorziata Coop Leo (datore di lavoro effettivo), oltre ovviamente al cliente Prenatal. L’incontro, tenutosi a Milano, ha visto il S.I.Cobas uscire vittorioso e tornare a Piacenza con la garanzia del mantenimento di tutti i posti di lavoro e dei medesimi trattamenti economici in essere.

Si tratta di un segnale forte al mercato del lavoro piacentino: l’unità e la lotta sotto le insegne del S.I.Cobas possono non solo garantire sostanziosi avanzamenti in temini economici, dato ormai consolidato negli ultimi lustri, ma anche invertire il trend delle delocalizzazioni operate dalle multinazionali, una vera mancanza di rispetto ai lavoratori e al territorio piacentino tutto, già fortemente in sofferenza proprio per la messa a servizio del terreno agricolo a favore della logistica.

Un bel segnale quindi, che segna un precedente positivo e che costituisce solo l’ennesimo tassello nel lungo percorso di emancipazione della classe operaia piacentina dalle dinamiche di sfruttamento e precarietà cui era relegata prima dell’arrivo del S.I.Cobas.

Un segnale positivo anche in vista dello sciopero nazionale di categoria del prossimo 23 febbraio, che avrà al centro oltre al tema del salario anche quello del contrasto alla precarietà e alle delocalizzazioni.

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