“Siate fieri della vostra storia”, il prefetto Paolo Ponta in visita alla Croce Rossa di Piacenza – FOTO

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Accolto dal presidente Alessandro Guidotti, dal coordinatore della Sede di viale Malta Michele Gorrini e da un nutrito numero di volontari, dipendenti e infermiere volontarie, il prefetto Paolo Ponta ha visitato i locali CRI di Piacenza e ha toccato con mano le molteplici attività che vengono svolte giornalmente, a partire dai servizi ambulatoriali, al soccorso pubblico, ai trasporti ordinari, ai servizi socio-assistenziali. «Mi ha fatto molto piacere visitare la sede del Comitato della Croce Rossa Italiana di Piacenza» ha detto il prefetto rivolgendosi a tutti i presenti.

«Ho capito che questo Comitato ha valenza provinciale, uno dei pochi casi in Italia, che ne fanno una realtà associativa molto grande, con tanti volontari e tanti dipendenti».

E ancora: «Ho conosciuto l’ampio spettro dei servizi messi in campo quotidianamente dalla CRI di Piacenza: mi ha fatto molto piacere vedere che qui la Croce Rossa è un movimento globale: copre tutti i servizi dal punto di vista sanitario e sociale a 360 gradi».

“Un’attività poliedrica”

Il prefetto ha apprezzato la poliedricità delle varie attività messe in campo. «Quella di oggi è stata l’occasione nella quale ho conosciuto di persona i volontari, i dipendenti, le infermiere volontarie e tutte le componenti di questa bellissima realtà che trasmette anzitutto valori – ha detto il prefetto Ponta – perché, non dimentichiamolo, Croce Rossa fa parte di un movimento internazionale, una grande famiglia diffusa in tutto mondo, che porta con sé gli ideali di pace e umanità, che transitano in questa movimento».

La storia del comitato

La visita del massimo rappresentante del Governo di Piacenza è stata anche occasione per fargli conoscere la storia di questo Comitato, nato nel 1866.

«È sorto agli arbori del movimento di quello che diventerà la Croce Rossa Italiana» ha rimarcato il prefetto, che ha apprezzato la parte storica di CRI Piacenza.

«Il Comitato di Piacenza può vantare di avere alle spalle una grande storia – ha detto – che può tramandare alle nuove generazioni e può sicuramente essere di sprone per lavorare bene come è stato fatto fino ad ora».

Concludendo con l’augurio «di continuare così, guardando al futuro senza dimenticare le proprie radici».

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