“Sulla strada. Noi e i discepoli di Emmaus”, presentazione del libro il 15 dicembre

Sulla strada. Noi e i discepoli di Emmaus

Viene presentato venerdì 15 dicembre alle ore 18 al Seminario vescovile in via Scalabrini 67 a Piacenza il libro “Sulla strada. Noi e i discepoli di Emmaus”, frutto del lavoro della biblista Marialaura Mino e della giornalista Barbara Sartori.

L’immagine dei discepoli di Emmaus – ne parla il Vangelo di Giovanni nella Bibbia – è al centro del percorso della Chiesa italiana, e anche della nostra diocesi, nel Cammino sinodale. Sotto i riflettori è la delusione di chi, dopo la morte di Cristo, non crede alla risurrezione. Oggi, duemila anni dopo quei fatti, l’episodio richiama alla stanchezza e al disorientamento di chi fatica a trovare una ragione per vivere e sperare.

Le autrici

Marialaura Mino, biblista, docente all’Università Cattolica di Brescia, traccia un itinerario in otto tappe del percorso dei discepoli di Emmaus, aiutando il lettore ad entrare dentro la Parola, attraverso le suggestioni di alcuni dipinti che fotografano questa pagina evangelica. Ci sono opere custodite nelle chiese del territorio ed altre più o meno conosciute, anche di artisti contemporanei, dal Mino Cerezo Barredo a Janet Brooks-Gerloff.

Barbara Sartori, giornalista del nostro settimanale, ha raccolto sette storie che dialogano con la Parola di Dio: la psichiatra Marzia Perazzi, l’attrice e cantante Elisa Dal Corso, il medico fisiatra con la passione della musica e del teatro Roberto Antenucci, l’infermiera Daniela Sfolcini, il coro “itinerante” della parrocchia di Bassano nella Comunità pastorale 3 media val Trebbia-val Luretta, composto da Claudia Penoni, Lucia Ferri e Carla Busconi, lo studente di ingegneria Matteo Debé, l’operatore della Caritas Massimo Magnaschi.

La pubblicazione è edita dal settimanale della diocesi Il Nuovo Giornale. Alla presentazione intervengono, insieme alle autrici, il vescovo mons. Adriano Cevolotto e i protagonisti delle interviste.

Dentro ai fatti della vita

La riflessione sul brano del Vangelo si intreccia perciò con la vita di alcune persone che hanno provato sulla loro pelle cosa significa “riconoscere” Gesù, guardare alla realtà con occhi nuovi. 

Il canto-preghiera prima del pranzo che diventa via per annunciare la gioia della fede agli ospiti. La malattia della sorella che spinge a entrare in una chiesetta di campagna, iniziando una nuova storia di comunità. Il Covid che isola e indebolisce, ma fa riscoprire la forza delle relazioni. La caduta in un dirupo durante un’escursione che apre gli occhi sui doni della vita. La speranza come conquista quotidiana di due medici alle prese con fragilità fisiche e psichiche. Il bisogno di tener viva la domanda del “perché” attraverso gli studi di teologia dopo il tunnel della pandemia vissuta da infermiera in una casa di riposo. 

Ci sono tanti modi per reagire alle delusioni della vita. Anche quando le radici sembrano ben piantate nella comunità cristiana, ci sono fatti che scuotono, deludono, fanno nascere mille dubbi. Ma, proprio in quei momenti di prova e di disorientamento, ecco che uno “straniero” – come bel racconto evangelico – si fa compagno di viaggio: un amico, una Parola, un post su Facebook, un anziano sacerdote nel confessionale, un fidanzato non battezzato che chiede ragione della tua fede. Davvero tutto nella vita può cambiare.

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